Svizzera

Previdenza 2020: i 300 milioni risparmiati non andranno all'Avs

14 dicembre 2017
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L’Avs non riceverà 370 dei 442 milioni risparmiati dopo la bocciatura alle urne della Previdenza 2020. Con 25 voti contro 16 e 2 astenuti, il Consiglio degli Stati ha bocciato oggi la proposta della Conferenza di conciliazione in merito al preventivo 2018 della Confederazione. La totalità della somma risparmiata servirà quindi all’abbattimento del debito.

Dopo un tira e molla durato tre settimane, alla Camera dei cantoni la maggioranza composta da PLR e PPD ha fatto pendere la bilancia per la bocciatura della proposta della conciliazione. La sinistra, per bocca di Paul Reichsteiner (PS/SG), ha tentato invano di convincere il plenum che "un versamento all’AVS sarebbe stato un buon segnale per i pensionati" in attesa di un nuovo progetto di riforma della previdenza vecchiaia. "Questa somma rappresenterebbe soltanto una mezza goccia d’acqua nell’oceano", gli ha replicato Jean-René Fournier (PPD/VS). Inoltre, la soluzione della Conferenza di conciliazione "violerebbe i principi di buona gestione". Vari oratori borghesi hanno ricordato come non vi sia alcuna base legale per versare i soldi all’AVS. Essa avrebbe dovuto essere elaborata l’anno prossimo.

Decisione Nazionale non più necessaria

La soluzione emersa dalla conciliazione era nettamente più vicina a quella della Camera del popolo, che voleva destinare all’AVS la totalità dei soldi risparmiati dopo la votazione del 24 settembre scorso. I "senatori" avevano invece sempre ribadito di voler attribuire parte dei soldi – 295 milioni – al Finanziamento del fondo per l’infrastruttura ferroviaria e il rimanente – 147 milioni – all’abbattimento del debito. Sulla proposta avrebbe dovuto pronunciarsi in mattinata anche il Nazionale. Tuttavia in materia di preventivo o di crediti aggiuntivi, se una delle due Camere respinge le proposte della conciliazione prevale la decisione della terza deliberazione che prevede l’importo più basso. Quindi la decisione del Nazionale non è più necessaria. Ciò significa che sulle altre divergenze che sussistevano tra i due rami del Parlamento, prevale la versione meno onerosa: vi sarà quindi un taglio di 41 milioni all’aiuto sociale per i richiedenti asilo, a causa di un probabile calo delle domande, come proposto dalla Camera del popolo. Si rinuncerà inoltre all’attribuzione di 25,6 milioni supplementari alla formazione professionale superiore e di 1,94 milioni in più all’Amministrazione federale delle dogane per aumentare di 30 posti gli effettivi delle guardie di confine. Su queste ultime proposte prevale il preventivo più basso deciso dagli Stati nella terza deliberazione.

Formazione e ricerca e agricoltura

Per quanto riguarda i restanti crediti, i due rami del Parlamento si erano già messi d’accordo in precedenza. In materia di formazione e ricerca, le Camere hanno deciso di aumentare di 53 milioni rispetto al progetto governativo il contributo ai Politecnici federali. La Confederazione spenderà inoltre di più per le università (+6 milioni), le Scuole universitarie professionali (+11,3 milioni), gli istituti di ricerca di importanza nazionale (+16 milioni) e l’Istituto universitario federale per la formazione professionale (+0,6 milioni). Il Parlamento si è mostrato inoltre più generoso del governo nei confronti dell’agricoltura. Ha proposto di spendere 84 milioni in più per i pagamenti diretti e ha pure mantenuto la sovvenzione di circa 3 milioni destinata all’assicurazione sulla qualità del latte.

Personale federale e altre organizzazioni

Le Camere si sono invece mostrate meno generose nei confronti dell’amministrazione federale: non hanno infatti voluto destinare al personale federale 64 milioni supplementari a titolo di compensazione dei contributi del datore di lavoro per attenuare il calo della tasso di conversione della cassa pensioni PUBLICA. Quale contropartita, il Parlamento ha però accettato di versare 32,8 milioni per adeguamenti salariali, in particolare per la compensazione al rincaro. Rispetto al progetto iniziale, Nazionale e Stati hanno apportato altre piccole modifiche: hanno deciso di non ridurre l’aiuto culturale (300 mila franchi) alla città di Berna in quanto capoluogo federale. Le Camera hanno inoltre fatto un gesto in favore delle attività extrascolastiche di bambini e giovani (+689’000 franchi) e delle organizzazioni famigliari (+439’000 franchi). Il budget uscito dai dibattiti odierni prevede quindi un saldo positivo di 295 milioni di franchi, mentre il margine rispetto al freno all’indebitamento è chiaramente rispettato (437 milioni). (ats)

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