Svizzera

Più mezzi contro il terrorismo

8 dicembre 2017
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Sul fronte della lotta al terrorismo la polizia deve poter disporre di maggiori strumenti per contrastare, al di fuori di un procedimento penale, le persone potenzialmente pericolose. È l’opinione del Consiglio federale che ha posto oggi in consultazione il relativo progetto preliminare di legge. Fra le misure previste vi è la possibilità di pronunciare il divieto di lasciare un immobile.

La nuova legge federale sulle misure di polizia per la lotta al terrorismo (PMT) integra il Piano d’azione nazionale, laddove le misure di prevenzione di quest’ultimo non risultino sufficienti, in particolare nella fase iniziale della radicalizzazione e dopo l’esecuzione della pena.

Le nuove misure, ha spiegato la consigliera federale Simonetta Sommaruga ai media a Berna, possono essere adottate quando si presume che una persona rappresenti una minaccia, ma gli indizi non sono sufficienti per giustificare l’apertura di un procedimento penale.

Sono previsti in particolare interventi quali l’obbligo di presentarsi regolarmente presso un posto di polizia, il divieto di lasciare il Paese e il conseguente sequestro del passaporto o della carta d’identità, il divieto di avere contatti e il cosiddetto divieto di lasciare e di accedere ad aree determinate.

Come ultima ratio, e solamente contro le persone particolarmente pericolose, è prevista la possibilità di pronunciare un divieto di lasciare un immobile. Questa misura, oltre all’autorizzazione dell’Ufficio federale di polizia (fedpol), necessita anche dell’approvazione di un’autorità giudiziaria.

Nel caso di stranieri radicalizzati, l’avamprogetto introduce un nuovo motivo di incarcerazione: chiunque minacci la sicurezza interna o esterna della Svizzera può essere posto in detenzione per poter garantire l’esecuzione dell’espulsione.

Quello posto in consultazione oggi è il terzo e ultimo dei grandi progetti, previsti per quest’anno, con cui s’intende attuare la Strategia della Svizzera per la lotta al terrorismo.

Si aggiunge infatti al progetto preliminare sull’inasprimento del diritto penale, che ha ricevuto riscontri positivi in sede di consultazione, e al Piano d’azione nazionale per prevenire e combattere la radicalizzazione e l’estremismo violento, nel frattempo approvato all’unanimità da Cantoni, città, Comuni e Confederazione.

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