Svizzera

Asilo negato a ex esponente politica dei Paesi baschi - La sua pena è prescritta, non rischia più il carcere

(Samuel Golay)
1 dicembre 2017
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 Il Tribunale amministrativo federale ha respinto il ricorso di una ex esponente politica dei Paesi Baschi che chiedeva asilo nel nostro Paese. Il motivo? Dal momento che un tribunale spagnolo ha già ufficialmente dichiarato prescritta la pena detentiva inflitta all’interessata, i giudici hanno potuto partire dal presupposto che questa non rischia di essere perseguitata in caso di rimpatrio.

Nel 2016, l’ex esponente politica dei Paesi Baschi aveva presentato domanda d’asilo in Svizzera. Nella sua domanda chiedeva il riconoscimento della qualità di rifugiato per lei stessa e per sua figlia e la concessione dell’asilo, adducendo a motivo che in caso di rimpatrio avrebbe dovuto scontare in condizioni disumane e degradanti la pena detentiva inflittale dai giudici spagnoli, rischiando anche la tortura. Nel mese di marzo 2017, la Segreteria di Stato della migrazione (SEM) aveva loro negato la qualità di rifugiato e respinto la domanda d’asilo.

Nell’aprile 2016 la ricorrente era stata arrestata a Zurigo in seguito a una domanda di estradizio-ne presentata nel 2015 dal Ministero della giustizia spagnolo. Nel settembre 2017 l’Audiencia Nacional aveva dichiarato ufficialmente prescritta la pena inflitta all’interessata e il Ministero del-la giustizia spagnolo aveva immediatamente ritirato la domanda di estradizione. Dopodiché la ri-corrente era stata scarcerata.

Il Tribunale amministrativo federale (TAF) ha ora respinto il ricorso interposto nel marzo del 2017 contro la decisione della SEM. Dato che la pena non sarà più eseguita, si può partire dal presupposto che l’interessata non deve temere di essere perseguitata in Spagna. Pertanto, non sussistono fatti rilevanti in materia d’asilo e di diritto dei rifugiati. In tali circostanze, il TAF non era più tenuto a esaminare la verosimiglianza delle accuse di tortura e quindi del rischio per la ricorrente di subire persecuzioni rilevante in materia di rifugiati. Il TAF riconosce tuttavia che alla luce del contesto allora esistente in Spagna è senz’altro possibile che l’interessata sarebbe stata esposta durante la detenzione a maltrattamenti fisici e psichici.

La sentenza è definitiva e pertanto non può essere impugnata dinanzi al Tribunale federale.

 


 


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