Svizzera

Si apre a Winterthur il processo all'imam che invitava ad uccidere

23 novembre 2017
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Inizia oggi al tribunale distrettuale di Winterthur (ZH) il processo a carico dell’imam etiope che in un sermone tenuto in una moschea aveva incitato a uccidere e denunciare i musulmani non praticanti. Il Ministero pubblico chiede 18 mesi di detenzione con la condizionale e un’espulsione dal Paese per un periodo di 15 anni.

Nella sua predica del 21 ottobre 2016 alla moschea An’Nur di Winterthur l’imam 25enne aveva affermato che i musulmani che non pregano in comunità devono essere "banditi, respinti, evitati e calunniati fino al loro ritorno". E che se perseverano devono essere uccisi, anche se praticano per conto loro, si legge nell’atto d’accusa. L’imputato ha inoltre, citando il profeta, affermato che i musulmani che si tengono lontani dalla comunità devono essere bruciati nelle loro case, ritiene il procuratore. Ha aggiunto che anche chi raggruppa le cinque preghiere quotidiane deve essere punito.

In aula, l’uomo ha detto di non voler rilasciare alcuna dichiarazione in merito al caso, ma di fornire solo informazioni sulla propria persona e sul suo background. Nell’interrogatorio ha raccontato del periodo in cui ha frequentato la scuola di Corano, in cui ha imparato a memoria il testo sacro. Ha affermato di non capire il significato in termini di contenuto, dal momento che parla un’altra lingua. Il primo contatto con la moschea An’Nur è stato, a suo dire, durante il periodo di Ramadan del 2016. Nell’arco di poco tempo ha poi cominciato a predicarvi.

Immagini amatoriali di omicidi

Il Ministero pubblico ritiene inoltre che l’imam abbia condiviso e messo il "mi piace" a immagini brutali di omicidi su Facebook. L’etiope, richiedente asilo, è inoltre accusato di aver lavorato quattro settimane senza le necessarie autorizzazioni, violando così la legge sugli stranieri. La moschea An’Nur, nel quartiere Hegi di Winterthur, ha chiuso i battenti lo scorso mese di giugno. Era considerata un luogo di radicalizzazione islamica. Secondo varie fonti, sarebbero almeno cinque i ragazzi partiti dalla città zurighese verso la Siria per la jihad, la guerra santa islamica, nelle file dell’Isis.

Il predicatore è stato arrestato il 2 novembre 2016 e si trova in detenzione preventiva per il pericolo di fuga. Quindici anni è la durata massima applicabile ad un’espulsione per i reati imputati all’accusato. Se sarà pronunciata l’espulsione, il rinvio potrebbe rivelarsi difficile poiché la Svizzera non dispone di un accordo di riammissione con l’Etiopia.

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