Svizzera

Tetto alle spese sanitarie: tutti contro Berset

(©Ti-Press / Carlo Reguzzi)
25 ottobre 2017
|

Sta suscitando una generale levata di scudi la proposta – avanzata oggi da un gruppo di esperti istituito dal Dipartimento federale dell’interno (Dfi) – di introdurre in modo generalizzato dei massimi di spesa nel settore della salute per chi fornisce prestazioni sanitarie.

Mostrando una forse quasi unica concordanza di opinioni, sei organizzazioni con interessi normalmente assai disparati si sono unite per affossare la proposta, che punta a uno stanziamento globale di bilancio per frenare le spese sanitarie, obiettivo ultimo del consigliere federale Alain Berset.

La proposta avrebbe "effetti dirompenti per la popolazione", scrivono in un comunicato congiunto medici (Fmh), ospedali (H+), industria farmaceutica (Interpharma), farmacisti (PharmaSuisse), pazienti (Osp) e assicuratori malattia (Santésuisse; una organizzazione concorrente, Curafutura, ha preso posizione separatamente ma in modo analogo).

"La Germania e i Paesi Bassi sono l’esempio lampante di come gli effetti di un simile provvedimento ricadano sulle spalle dei pazienti, perché favoriscono le misure di razionamento e la medicina a due velocità a scapito della qualità", si legge nella nota.

Secondo le associazioni in questione l’adozione dei budget globali nei due paesi non ha assolutamente frenato i costi: la spesa sanitaria espressa in percentuale del prodotto interno lordo è praticamente simile a quella osservata in Svizzera. Inoltre, da quando ha introdotto il nuovo sistema l’Olanda ha raggiunto i livelli elvetici.

I massimi di spesa – prosegue il comunicato – hanno effetti collaterali deleteri: non permettono di fornire le opportune prestazioni a tutti i pazienti. A risentirne sono soprattutto anziani, malati cronici e persone affette da più patologie. "I budget globali minano di fatto le fondamenta del nostro sistema sanitario basato sul principio della solidarietà", proseguono le organizzazioni. Questo perché una volta esaurito il budget a disposizione, le prestazioni vengono rimandate nel tempo oppure trasferite in altri ambiti non coperti.

"Questo razionamento occulto delle prestazioni non fa altro che provocare costi maggiori a scapito della qualità e, in ultima istanza, un incremento dei costi della salute", si dicono convinte FMH, H+, Interpharma, PharmaSuisse, OSP e Santésuisse. Se i fornitori di prestazioni avranno a disposizione un budget annuale limitato, non privilegeranno di certo la qualità delle prestazioni. No quindi a "soluzioni inefficaci a spese della sicurezza dei pazienti", concludono le associazioni. (Ats)

Resta connesso con la tua comunità leggendo laRegione: ora siamo anche su Whatsapp! Clicca qui e ricorda di attivare le notifiche 🔔