Svizzera

Uccisero il nonno per l'eredità

(Gabriele Putzu)
2 ottobre 2017
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Sono stati condannati a 16 anni di prigione la donna, che nel 2014 aveva ucciso il padre 83enne, e a 10 anni il figlio, che l’aveva aiutata. Il Tribunale criminale dell’Est vodese li ha riconosciuti colpevoli di assassinio. Per la Corte la donna di 52 anni, ha agito in modo egoistico per paura di perdere l’eredità miliardaria. Il padre aveva infatti lasciato intendere che voleva risposarsi, per questo la donna ha deciso di assassinarlo, coinvolgendo il figlio nella propria vendetta.

I giudici ritengono che la donna abbia pianificato la "spedizione punitiva" e persuaso il figlio ad accompagnarla. "È stata insensibile al dolore inflitto al padre, e non gli ha lasciato vie di scampo", ha detto la presidente della Corte. Il tribunale ha tenuto conto del clima famigliare "perverso", probabilmente "incestuoso", e delle violenze psicologiche subite dalla donna durante l’infanzia. Ha inoltre riconosciuto all’imputata un leggera scemata responsabilità.

Il ragazzo, 23 anni, è stato condannato a una pena inferiore poiché il tribunale ha tenuto conto dell’influenza che la madre esercitava su di lui. "Il suo accanimento è tanto più disumano, che il giovane non aveva nessuna ragione di odiare il nonno", ha fatto notare la presidente. In prigione ha iniziato a distanziarsi dalla madre e la corte ha tenuto conto del suo sincero pentimento. Il dramma risale al 5 novembre 2014: l’uomo di 83 anni era stato spinto sulle scale della sua villetta ed era poi stato colpito con un bastone e un ombrello e infine strangolato dal nipote.

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