Svizzera

Divieto europeo ai pesticidi: Syngenta li produce e si difende, d'accordo invece le associazioni ambientaliste

Api: le prime vittime
(Tatiana Scolari)
11 settembre 2017
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C'è chi è d'accordo e chi non lo è, e chi lo è ma trova la misura inefficace in questo momento. Siamo parlando di pesticidi e protezione dell'ambiente, in particolare delle api. I produttori Syngenta e Bayer si oppongono infatti al divieto di tre pesticidi della classe dei neonicotinoidi che l’Unione europea sta attualmente esaminando. Queste sostanze sono sospettate di essere corresponsabili della moria di api. La proibizione sarebbe controproducente, ritiene il direttore generale di Syngenta Erik Fyrwald.

L’estensione del divieto di neonicotinoidi in Europa, secondo Syngenta, comporterebbe una riduzione dei raccolti e l’impiego da parte degli agricoltori di prodotti fitosanitari più vecchi e meno rispettosi dell’ambiente. «Crediamo, che sia la decisione sbagliata», ha affermato Erik Fyrwald, direttore generale.

Peter Neumann, ricercatore convinto della nocività per le api dei neonicotinoidi, è d’accordo: «In questo momento ritengo inefficace un divieto totale, l’agricoltura ha bisogno di alternative», ha riferito il professore per la salute delle api dell’Università di Berna. In una ricerca del 2016 aveva provato che i pesticidi incriminati rendono i fuchi meno fertili e ne accorciano la vita.

Un plauso al progetto dell'Ue arriva invece da associazioni ambientaliste come Pro Natura e Greenpeace Svizzera, che da anni chiedono un totale divieto di questi pesticidi. Anche il WWF Svizzera considera urgente questo passo. «È compito dell’industria sviluppare prodotti fitosanitari più rispettosi dell’ambiente», ha detto Marcel Liner di Pro Natura. Ancora meglio è evitare i pesticidi, laddove possibile. Oggi è già verosimile lavorare in agricoltura senza pesticidi chimico-sintetici, come dimostra l’agricoltura biologica.

Il divieto previsto dell’UE riguarda i principi attivi Thiamethoxam di Syngenta nonché Imidacloprid e Clotianidina di Bayer. Dal 2013 per questi sussiste un divieto parziale in Svizzera e nell’Unione europea, che si basa su una valutazione dell’Autorità europea per la sicurezza alimentare.

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