Svizzera

Svizzera, il 7% della popolazione non arriva a fine mese. Ma nel resto d'Europa va peggio

(Carlo Reguzzi)
15 maggio 2017
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Nel 2015 circa 570mila persone in Svizzera, di cui 145mila occupate, versavano in condizioni di povertà reddituale, l’equivalente del 7% della popolazione totale. Rispetto all’anno precedente, il tasso è rimasto praticamente invariato, indica oggi in una nota l’Ufficio federale di statistica.

In confronto al 2014, quando la percentuale si attestava al 6,6%, vi è stato un leggero aumento, che rientra però nell’ambito della volatilità statistica. La situazione è dunque considerata stabile, evidenzia l’UST.

Rientra nel tasso di povertà chi non dispone di risorse finanziarie sufficienti per acquisire beni e servizi necessari a una vita integrata socialmente. Questa soglia di povertà nel 2015 era di 2239 franchi al mese per una persona singola e di 3984 per due adulti con due figli. Nei calcoli non sono stati presi in considerazione eventuali patrimoni degli interessati.

La situazione europea

Nel raffronto a livello continentale, la Svizzera continua a illustrarsi positivamente, restando fra i Paesi dalle migliori condizioni materiali, si legge nel comunicato. Nella Confederazione, il tasso di rischio di povertà era infatti del 15,6%, al di sotto della media dell’Unione europea (17,3%). Questa percentuale si basa su una soglia "relativa" e concerne chi ha un reddito disponibile equivalente sensibilmente inferiore al livello abituale dei redditi del Paese in cui vive.

La quota di deprivazione materiale, definita come la carenza di risorse economiche in tre settori della vita su nove, si è stabilita al 4,6%, come nel 2014, contro una media europea del 17%. Fra questi nove criteri, vi è per esempio l’incapacità di finanziare annualmente una settimana di vacanza o pagamenti in arretrato, ma anche l’assenza di un televisore a colori o di un telefono.

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