Svizzera

Passi avanti nella lotta contro le resistenze agli antibiotici

18 novembre 2016
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Prevenzione delle infezioni, direttive per la prescrizione di antibiotici e miglioramento del rilevamento di dati, senza dimenticare la ricerca. Sono queste alcune delle misure messe in atto dalla Confederazione per lottare contro le resistenze batteriche. Due terzi dei 35 provvedimenti definiti nella Strategia resistenze agli antibiotici sono già in attuazione, è stato spiegato stamane a Berna.

La Strategia approvata dal Consiglio federale, denominata StAR, ha un approccio ampio, che coinvolge la medicina umana e quella veterinaria, l’agricoltura e l’ambiente, precisa un comunicato del Dipartimento federale della ricerca (DEFR) e degli Uffici federali della sanità pubblica (UFSP) e dell’ambiente (UFAM).

Le resistenze osservate nelle persone e negli animali sono sistematicamente rilevate in tutto il Paese, si legge nella nota. Un laboratorio nazionale di riferimento permette inoltre di riconoscere precocemente e monitorare nuove forme di resistenze. Organizzazioni di categoria ed esperti sono stati inoltre incaricati di elaborare direttive per un impiego corretto degli antibiotici nella chirurgia, negli studi medici di famiglia o dei veterinari. Lo scopo è assicurare che i principi attivi antibatterici siano utilizzati solo se necessario e in modo mirato.

Mediante un adeguamento d’ordinanza è stata poi limitata la dispensazione di antibiotici agli agricoltori, affinché la decisione di adottare misure profilattiche e di impiegare antibiotici critici spetti ai veterinari. Nel settore dell’ingrasso di suini, pollame o bovini, è stato possibile evitare numerose malattie grazie a misure preventive, riducendo in tal modo l’impiego di antibiotici.

Per questo sono tuttavia necessari radicali cambiamenti strutturali, con il coinvolgimento di tutti gli attori, rilevano le autorità. Fra i progetti in cantiere c’è il ripensamento del sistema delle cure veterinarie, con la rinuncia alla pratica del trattamento sintomatico di gruppi interi di animali per privilegiare la terapia individuale del singolo capo, con l’applicazione sistematica di metodi diagnostici e la cura degli effettivi.

Un ultimo aspetto da non dimenticare riguarda la ricerca. Ieri il Fondo nazionale svizzero (FNS) ha annunciato il lancio di un programma interdisciplinare di ampia portata, che coinvolgerà medici, veterinari, biologi ed esperti dell’ambiente. (ats)

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