Svizzera

La missionaria svizzera rapita in Mali è viva, Al Quaida ne diffonde un video

17 giugno 2016
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La basilese Beatrice Stockly era stata rapita a Timbuctu, nel nord del Mali, tra il 7 e l'8 gennaio di quest'anno. La scorsa notte Al Quaida nel Maghreb islamico ha diffuso un video che mostra la missionaria ancora in vita. A riportarlo è il sito di monitoraggio americano delle attività jihadiste in rete.

Sulle immagini di due minuti e cinquanta secondi, si vede una donna con il velo che, esprimendosi in francese con voce appena percettibile, dice il suo nome e che è il 17 maggio 2016. Precisa di trovarsi nelle mani del movimento Aqmi (al Qaida del Maghreb islamico) da 130 giorni e poi ringrazia la sua famiglia e il governo svizzero per tutti i loro sforzi per tentare di liberarla.

La donna, Beatrice Stockly, precisa di essere in buona salute ma che ha molta difficoltà a sopportare le elevate temperature. Aqmi aveva rivendicato in un primo video – alla fine di gennaio – il rapimento della missionaria avvenuto nella notte tra il 7 e l’8 gennaio a Timbuctù e per liberarla aveva chiesto il rilascio di detenuti jihadisti.

La Svizzera ha chiesto la sua liberazione "senza condizioni". Il Dipartimento federale degli affari esteri (Dfae) ha istituito un gruppo di lavoro che lavora a questo caso con l’Ufficio federale di polizia (fedpol).

La missionaria, una quarantenne protestante, assai nota per la sua attività di diffusione del cristianesimo, era già stata prelevata dalla sua abitazione a Timbuctù il 15 aprile 2012 da elementi del gruppo islamista Ansar Dine e liberata il 24 aprile successivo grazie in particolare a una mediazione del Burkina Faso.

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