Svizzera

Chiesto l'internamento a vita per l'autore del delitto di Marie 

11 marzo 2016
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Il Pubblico ministero ha chiesto oggi l’ergastolo e l’internamento a vita per Claude D., il 39enne accusato di aver ucciso la 19enne Marie il 13 maggio 2013 a Payerne. 'Per l’assassinio di una innocente' e 'affinché non ci sia una prossima volta', ha affermato in aula il procuratore generale del canton Vaud Eric Cottier. L’imputato – ha detto Cottier – non ha sopportato che la ragazza volesse mollarlo: 'Era, checché ne dica, innamorato pazzo di Marie. Ma non si lascia Claude D. Quando gli si appartiene, gli si appartiene per sempre'. L’uomo – ha proseguito il procuratore – faceva paura a Marie, la terrorizzava, lei non voleva più vederlo. Allora lui la assilla costantemente, la sorveglia, acquistando un cannocchiale e ingaggiando un detective privato. La sera del 13 maggio 2013 la rapisce all’uscita del lavoro a Payerne per avere una 'spiegazione'. Cottier non è tornato sui particolari del sequestro conclusosi con la morte della ragazza per strangolamento: 'Ho avuto paura di piangere, ho avuto paura di procurare piacere, godimento a Claude D.', ha detto il procuratore generale. Per quanto riguarda la qualifica giuridica dei fatti, il magistrato non ha avuto dubbi: si è trattato 'in modo evidente' di assassinio. Secondo Cottier, Claude D. ha deciso di uccidere al momento del rapimento. Lo ha saputo, lo ha detto alla vittima. 'In seguito si è lasciato andare al suo piacere per ore'. Per giustificare la richiesta di un internamento a vita, il pubblico ministero ha rilevato che i due periti interpellati concordano sul fatto che Claude D. non sarà mai accessibile a un trattamento. Qualsiasi terapia è votata al fallimento. Secondo Eric Cottier, il dispositivo penale dev’essere coerente: 'Non si può fare del contorsionismo affermando che i testi legali sono inapplicabili, bisogna evitare che un giorno qualcuno possa girare la chiave, aprire la porta, a meno di progressi della scienza, ma nessuno ci conta'.

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