Svizzera

Accordo con la Croazia: il mondo della ricerca respira 

(Gabriele Putzu)
4 marzo 2016
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Passi in avanti tra Berna e Bruxelles, i cui rapporti erano 'sbiaditi' dopo il voto sull’iniziativa 'Contro l’immigrazione di massa' ed al di là del progetto di ieri per l'applicazione del voto del 9 febbraio. La Svizzera ha firmato a Bruxelles l’estensione alla Croazia dell’accordo sulla libera circolazione delle persone.  Il testo era stato bloccato dal Consiglio federale all’indomani della votazione del 9 febbraio 2014, quando il popolo aveva detto di sì' all’iniziativa Udc e l’Unione europea aveva scatenato misure di ritorsione, prima fra tutte la sospensione della partecipazione elvetica al programma europeo di ricerca 'Orizzonte 2020' (Progetti per la ricerca e l’innovazione) e a 'Erasmus +'(scambio di studenti). L’accordo è stato firmato da un rappresentante della presidenza olandese dell’Ue e dal Segretario di Stato alla migrazione Mario Gattiker. Il Consiglio federale ha sbloccato le cose, annunciando che avrebbe rispettato la libera circolazione anche senza accordo e versato alla Croazia i 45 milioni di aiuti previsti. La Svizzera ha così potuto venir parzialmente riassociata ai due programmi europei fino al 2016. La ratifica dell’accordo con Zagabria dovrebbe sfociare nella piena integrazione. La ratifica, ossia l’entrata in vigore giuridicamente vincolante, avverrà nel momento in cui si sarà trovata una soluzione compatibile con l’Accordo sulla libera circolazione delle persone. 'La firma del Protocollo e il relativo dibattito parlamentare – ha detto la consigliera federale Simonetta Sommaruga nell’incontro con i media dopo la seduta governativa odierna – sono importanti per due motivi: da una parte creano le condizioni per un equo trattamento della Croazia rispetto agli altri Stati membri Ue e dall’altra costituiscono un passo importante per l’adesione completa della Svizzera ad 'Orizzonte 2020'. In gioco vi sono miliardi di franchi destinati alla ricerca. Senza la ratifica entro febbraio 2017, la Svizzera avrebbe, con effetto retroattivo al 1. gennaio dello stesso anno, «soltanto lo statuto di uno Stato terzo in questo programma d’importanza fondamentale per l’economia e la ricerca del nostro Paese», ha detto ancora Sommaruga.  Immediata la reazione dell’Unione democratica di centro, prima ancora che da Berna giungesse conferma della firma relativa alla Croazia. «L’estensione della libera circolazione delle persone alla Croazia è una violazione evidente della Costituzione», afferma l’Udc, che parla di «voltafaccia» del governo. Questa decisione, tuttavia, non cambia per niente l’obbligo del Consiglio federale di introdurre entro febbraio 2017 «una gestione e una limitazione autonome dell’immigrazione proveniente dagli Stati UE», scrive ancora l’Udc. In sostanza, il partito di Toni Brunner in Parlamento farà una battaglia dura, ma non lancerà il referendum 

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