Svizzera

Ventisei miliardi alla ricerca fino al 2020. La proposta del Consiglio federale non piace a tutti 

(Gabriele Putzu)
25 febbraio 2016
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Il ricambio generazionale tra i ricercatori, l’innovazione, la medicina umana e la formazione professionale superiore sono i settori prioritari sui quali il Consiglio federale intende puntare nei prossimi anni. A tale scopo, la Confederazione chiede al Parlamento un credito di 26 miliardi di franchi per il periodo 2017-2020. Si tratta di un incremento del 2%, inferiore a quello del quadriennio precedente. Il messaggio riguardante l’incoraggiamento della formazione, della ricerca e dell’innovazione – approvato mercoledì dall’esecutivo presentato oggi alla stampa dal Consigliere federale Johann Schneider-Ammann – rammenta l’importanza di questi settori per la prosperità del Paese. Dobbiamo puntare tutto sulla "materia grigia", ha dichiarato in entrata il presidente della Confederazione, sottolineando che il denaro speso nella formazione rappresenta il miglior investimento per il futuro dell’economia elvetica e dei suoi abitanti. La Svizzera, ha aggiunto, figura tra i paesi più innovativi al mondo. Mantenere la posizione di vertice è sempre più difficile , ha spiegato l’ex imprenditore bernese.Su questo punto vi è convergenza tra la destra e la sinistra, ha aggiunto il ministro dell’economia e della ricerca. Per questo motivo, Schneider-Ammann pensa che il credito potrebbe essere approvato così com’è, sebbene al riguardo non ci si possa dire assolutamente sicuri che il Parlamento seguirà le indicazioni del governo. Il pacchetto da 26 miliardi tiene già conto del programma di stabilizzazione delle finanze federali (quasi 1 miliardo di minori uscite all’anno) per il periodo 2017-2019. Rispetto tuttavia ad altri compiti dello Stato, i mezzi concessi alla formazione, alla ricerca e all’innovazione rappresentano, proprio per l’importanza strategica di questi settori, un incremento medio annuo del 2%, di oltre un punto inferiore a quello del periodo precedente. A questo proposito reazioni critiche sono venute dal Fondo nazionale per la ricerca e dal Partito socialista che ritiene insufficiente l'impegno nel campo della formazione. Dal messaggio, ha ricordato Schneider-Ammann, sono esclusi la partecipazione elvetica ai programmi europei Erasmus + e Horizon 2020. Per questi ultimi è attualmente in vigore una soluzione transitoria dopo il sì popolare del 2014 all’iniziativa Udc contro l’immigrazione di massa. Per ora, ha dichiarato dal canto suo il Segretario di stato Mauro Dell’Ambrogio, abbiamo un accesso parziale a questi programmi. Il Parlamento, ha poi rammentato, ha concesso i mezzi finanziari fino al 2020. Se una partecipazione completa ai progetti Ue dovesse rilevarsi impossibile, le Camere potrebbero essere chiamate ad approvare crediti di compensazione.

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