Lanciata iniziativa nazionale per i divieto del burqa 

«Sono orgoglioso che il Ticino abbia fatto da apripista in Svizzera sul divieto di celare il volto in pubblico». Lo ha dichiarato Giorgio Ghiringhelli durante la presentazione dell’iniziativa popolare, promossa dal Comitato di Egerkingen, che mira ad estendere tale proibizione a tutto il territorio nazionale. Ghiringhelli ha dichiarato di essere convinto che le 100 mila firme si raccoglieranno facilmente, come accaduto con la sua iniziativa (12 mila firme in due mesi). Per quanto riguarda la legge di applicazione in Ticino, quest’ultima dovrebbe essere presentata al Gran Consiglio ancora in dicembre, ha sostenuto Ghiringhelli. Trascorso il termine di referendum di un mese, che potrebbe essere lanciato anche solo per intralciare l’entrata in vigore della norma la legge d’applicazione potrebbe essere attaccata soltanto se qualcuno facesse ricorso ai tribunali. Anche in caso di simile eventualità, Ghiringhelli si è detto fiducioso. Il divieto ticinese è infatti simile a quello previsto dalla legislazione francese che la Corte di Strasburgo ha giudicato, nel 2014, compatibile con la Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali (Cedu). Vista la sentenza, nel novembre scorso il Consiglio federale ha giudicato la modifica costituzionale conforme al diritto federale. Circa le critiche degli ambienti legati al turismo, Ghiringhelli non ha fatto sconti: «È il popolo che decide in che società vogliamo vivere, non gli albergatori». Dello stesso avviso anche il consigliere di Stato Vallesano Oskar Freysinger, secondo cui le solite cassandre avevano pronosticato la fine della Ginevra internazionale dopo il sì all’iniziativa anti minareti. Eppure, «mai come ora la città è invasa dai Sauditi che vengono a fare shopping», ha commentato sardonicamente.