Svizzera

Biodiversità, gli scienziati suonano l'allarme

(Carlo Reguzzi)
21 aprile 2015
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In Svizzera si fa troppo poco per frenare la perdita di biodiversità. Le superfici destinate alla tutela della varietà biologica andrebbero raddoppiate per raggiungere gli obiettivi fissati nel 2012 dal Consiglio federale. A suonare il campanello d’allarme è l’Accademia svizzera di scienze naturali (ASSN).

Questo organismo – riferisce l'Ats – ha coordinato i lavori di 43 esperti di 35 diverse istituzioni scientifiche che per la prima volta hanno unito gli sforzi per realizzare un rapporto sullo "Stato della biodiversità in Svizzera nel 2014", presentato oggi alla stampa allo Zoo di Zurigo e al Museo di storia naturale di Neuchâtel. Un rapporto che parte da una "amara constatazione": la biodiversità è fortemente regredita negli ultimi decenni in Svizzera e questa tendenza è destinata a continuare. A meno che vengano attuate misure molto più incisive in tutti i settori della società e della politica.

Il calo della biodiversità si osserva in quasi tutti i campi: dagli anfibi nelle zone paludose, ai pesci nei laghi e corsi d’acqua, alle varietà vegetali nei prati magri. In molti casi, come ad esempio per quel che riguarda le paludi, ciò avviene nonostante gli obblighi di salvaguardia ancorati nella Costituzione, indica in una nota il Forum biodiversità della ASSN. Gli effetti positivi degli sforzi puntuali intrapresi per salvaguardare le piante, gli animali e gli habitat naturali diventati rari mostrano che è possibile invertire questa tendenza.

Nel 2012 il Consiglio federale ha adottato una Strategia sulla biodiversità che definisce dieci obiettivi strategici per rafforzare a lungo termine la varietà biologica. Gli esperti ritengono che si debba dare la priorità a questo piano strategico e hanno stimato che si dovrà raddoppiare la superficie delle zone protette.

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