Svizzera

Il Governo: non servono altre misure per far fronte al franco forte

18 marzo 2015
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Non vi è alcun motivo, al momento, per adottare un programma congiunturale volto a contrastare le ripercussioni negative legate all’apprezzamento del franco svizzero in seguito all’abbandono della soglia minima con l’euro. Lo ha detto il consigliere federale Johann Schneider-Ammann, intervenuto al Consiglio nazionale per il dibattito urgente sulla situazione economica. Per il ministro dell’Economia, la possibilità concessa di ricorrere al lavoro ridotto dovrebbe bastare. Sia Schneider-Ammann che la consigliera federale Eveline Widmer-Schlumpf, hanno poi espresso fiducia nella Banca nazionale svizzera (Bns) e sottolineato quanto sia importante che rimanga indipendente dalla politica. Come prevedibile, l’esercizio retorico cui ha dato vita  il Nazionale non è sfociato in nulla di concreto. I partiti ne hanno approfittato anche per lanciarsi accuse reciproche, offrendo al pubblico un assaggio della prossima campagna per le elezioni federali di autunno. Alcune proposte concrete, come l’introduzione di una nuova soglia minima con l’euro (Ps), sono cadute nel vuoto. I più radicali, nelle loro richieste, sono però stati gli esponenti dell’Udc, seguiti dal Ps. I primi, favorevoli in buona parte alla decisione della Bns, hanno approfittato della ghiotta occasione per rivendicare tutta una serie di misure volte a sgravare l’economia, specie il turismo (taglio tasso Iva per la ristorazione dal 3,8% al 2,5%), la sospensione di un anno della tassa sul CO2, o la rinuncia alle misure collaterali in relazione alla libera circolazione delle persone. I democentristi, tra cui Pierre Rusconi, hanno chiesto la celere applicazione dei contingenti e della preferenza nazionale, quale antidoto alla forte immigrazione straniera, specie nelle zone di frontiera come il Ticino, cantone diventato ancora più attrattivo, dopo l’apprezzamento del franco. Il consigliere nazionale ticinese ha chiamato le aziende ad assumere manodopera locale, quale antidoto al dumping sociale e salariale. L’Udc se l’è anche presa con la Strategia energetica 2050 della Confederazione, un progetto che farà aumentare i costi per la aziende mettendone in pericolo la concorrenzialità. Sia l’Udc che il Plr hanno auspicato misure volte a ridurre la burocrazia e i regolamenti sempre più asfissianti per le imprese, nonché provvedimenti per limitare la spesa pubblica e, in particolare, l’aumento del personale federale, cresciuto a loro dire troppo velocemente negli ultimi anni. I radicali – imitati da Ppd, dal Pbd e dai Verdi liberali- hanno puntato su un maggiore impegno della Confederazione per favorire l’innovazione e la collaborazione tra la ricerca e le aziende. Il PLR spera inoltre nella rapida introduzione della riforma fiscale (Rie III) delle imprese. Di fronte al discorso liberista di Plr e Udc, il campo rosso-verde non si è fatto pregare e ha denunciato 'l’orgia di sgravi fiscali e deregolamentazione' auspicata; tali misure non farebbero che aggravare la situazione, invece di migliorarla. La consigliera nazionale Marina Carobbio (Ps) ha invece denunciato il tentativo di accollare ai lavoratori, ricorrendo alle solite vecchie ricette, i costi generati dalla decisione di abbandonare il tasso minimo di cambio con l’euro. Il Ticino, ha denunciato Carobbio, è particolarmente toccato da misure di razionalizzazione, misure che in alcuni casi erano pronte da ben prima del 15 di gennaio. La consigliera nazionale ha denunciato i tagli salariali unilaterali operati da alcune aziende. A suo dire, per contrastare il dumping salariale e sociale andrebbero rafforzate le misure di accompagnamento, affinché si mantenga il potere d’acquisto dei residenti. Corrado Pardini (Ps) ha giudicato cinica e fortemente ideologica la decisione della Bns, il cui direttorio è guidato da tre "monetaristi" di ferro.  La Bns mette in pericolo decine di migliaia di impieghi e con essi la pace sociale. Per il ministro dell’Economia Schneider-Ammann, il rafforzamento delle condizioni quadro per l’economia rappresenta una sfida quotidiana e un ideale cui aspirare. A livello generale, la Confederazione si trova economicamente in una situazione invidiabile, se raffrontata agli Stati che ci circondano, come attestano i bassi livelli di disoccupazione. Al momento non sono quindi necessari programmi congiunturali. Schneider-Ammann ha ricordato quanto viene fatto inoltre per promuovere l’innovazione e le esportazioni, per esempio attraverso gli Accordi di libero scambio. Da parte sua, la ministra delle finanze Eveline Widmer-Schlumpf ha ricordato la volontà della Confederazione di contenere le spese, anche quelle del personale. A tale riguardo, si prevede uno stop del personale nel preventivo 2016. In merito all’adozione dei tassi di interesse negativi da parte della Banca nazionale, il Consiglio federale intende studiare la situazione per quanto riguarda le ripercussioni di questa situazione sulle casse pensioni, nel rispetto dell’indipendenza della Bns.

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