Russia 2018

L'Italia in Russia non c'è, Ventura spiega il perché

L'ex ct azzurro, accusato di essere il principale colpevole della mancata qualificazione di Insigne e compagni ai Mondiali, si è raccontato alla Gazzetta

19 giugno 2018
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È sempre stato additato come il grande colpevole della mancata qualificazione dell'Italia ai Mondiali 2018 e oggi sulla Gazzetta dello Sport l'ex ct azzurro Giampiero Ventura ha spiegato cosa è successo secondo lui.

"Non ho trovato un senso, ma ho una spiegazione: ho fatto calcio per 35 anni, sul campo, ma non mi sono mai occupato della politica sportiva, non ho mai fatto parte di un Sistema – ha spiegato il 70enne al vicedirettore della Rosa, Andrea Di Caro –. Ho sempre pensato che l’essere conta più dell’apparire. Che produrre conta più che promettere. Il progetto che avevo messo sul tavolo stava andando bene".

Secondo Ventura, l'inizio della fine è stato il ko con la Spagna nelle qualificazioni mondiali... "Avevo ereditato l’Italia più anziana degli ultimi 50 anni e la stavo svecchiando con l’inserimento massiccio di giovani: ho fatto esordire 14 giocatori nuovi. Se ci fossimo qualificati questi giovani sarebbero stati inseriti nella lista per il Mondiale dove continuo a credere che l’Italia avrebbe fatto bene. Russia 2018 doveva essere il trampolino di lancio per essere poi tra i favoriti all’Europeo 2020. Tutto aveva un senso e ha funzionato fino alla gara con la Spagna. Siamo arrivati a quella partita reduci da 7 vittorie e 2 pareggi e dell’appoggio dei tifosi. Dopo quella gara è partita invece una demolizione senza precedenti, un delitto premeditato mai visto...".

Da quel momento l'ex allenatore del Torino si è sentito abbandonato da tutti, subendo “una delegittimazione continua: sono diventato l’unico colpevole di tutti i mali. La Federazione spettatrice, la squadra salvata: tutta colpa di Ventura. Ventura ha preso il palo, Ventura ha sbagliato il gol, Ventura ha fatto uscire l’Italia dal Mondiale, Ventura ha fatto commissariare la Figc... Fino alla Spagna io ho fatto l’allenatore della Nazionale, dopo ho fatto il pungiball". E dice che è rimasto sulla panchina della Nazionale "per passione, per affetto, per presunzione, non lo so bene neanche io. So solo che in quel momento sentivo forte dentro di me l’attaccamento all’Azzurro e a tutto quello che per me aveva sempre rappresentato. Sentivo che nonostante tutto ce l’avremmo fatta. Di certo questa è una mia grandissima colpa. Dovevo dimettermi".

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