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Fazzini e il Rapperswil. ‘Stessa pressione, dal primo cambio'

L'attaccante numero 17 dei bianconeri dimentica gara 1 e lancia il secondo atto della sfida. ‘Abbiamo 4 blocchi che sanno segnare, e non è sempre stato così‘

Fazzini e Lammer si congratulano con il rientrante Lajunen per il suo gol in gara 1 (Ti-Press/Crinari)
14 aprile 2021
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Lugano – Il gol lo tranquillizza e nello stesso tempo lo esalta. Luca Fazzini è nato per segnare, e anche martedi, nel vittorioso esordio nei playoff contro il Rappeswil, si è subito messo in scena firmando al 53’ la quinta rete bianconera. Per lui anche un assist, in seconda. «Penso che l’approccio alla partita è stato quello giusto – spiega il ventiseienne attaccante ticinese –. Nei primi minuti abbiamo messo tanta intensità e molto furore agonistico, ma purtroppo non siamo riusciti a segnare altre reti. Sul 3-2 per noi è stata molto importante la rete di Bürgler, che ci ha dato tranquillità, poi nel terzo tempo abbiamo preso il largo. Siamo nei playoff, non è sempre facile tenere alto il ritmo per 60 minuti e sapevamo delle loro qualità, ma penso alla fine abbiamo conquistato una bella e meritata vittoria».

Ma non c'è tempo per gustarsi l’esordio felice: domani si torna subito in pista. «Sin dal primo cambio vogliamo mettere la stessa pressione, fare il nostro gioco, mettere tanti dischi sulla porta evitando di prendere inutili penalità, com'è capitato soprattutto nel primo tempo di gara 1. Io sono fiducioso: in questa stagione possiamo contare su quattro blocchi forti, in cui tutti sanno segnare, e negli ultimi anni non è stato sempre così. Basta dare uno sguardo al tabellino: sei giocatori diversi sono andati in gol martedì. Potrebbe essere un nostro punto di forza, ne siamo consapevoli. Senza dimenticare, però, che tutti e quattro questi blocchi stanno pure difendendo molto bene. Abbiamo una squadra compatta, forse potrebbe essere questo il nostro segreto per arrivare lontano».

Qual è la sensazione che si prova a giocare una sfida dei playoff senza pubblico? «Non lo nascondo, per una partita del genere l'atmosfera era molto strana: soprattutto in questo momento della stagione, la mancanza di pubblico si fa chiaramente sentire, perché quando la pista è piena di tifosi è un’altra cosa. Anche se per noi, sul ghiaccio non è cambiato niente: si è subito sentito che rispetto ad altre partite c'era un'altra fisicità, e il Rapperswil è anche una squadra che predilige quel tipo di gioco. Le nostre capacità tecniche, però, alla fine sono state determinanti, pur se anche noi alle balaustre ci siamo fatti sentire. Ci ha fatto molto bene, guardare molti video dei precedenti scontri diretti per capire bene quali sono i loro punti deboli».

Pensando a gara 2, squadra che vince non si tocca, per un Serge Pelletier che può contare su tutti i giocatori della rosa, a parte Tim Traber. E il coach bianconero ha già individuato quali sono i punti da migliorare: «Non tutto ha sempre funzionato come vorrei – dice il tecnico del Lugano –. A Rapperswil chiedo 60 minuti pieni di concentrazione, in cui non bisogna essere troppo belli ma piuttosto efficaci, quindi evidando di forzare la manovra concedendo agli avversari break importanti o situazioni di superiorità numerica».

Con l’avvento della fase decisiva, sono saliti alla ribalta giocatori come Sannitz o Walker, che in questo tipo di gara sanno esaltarsi, anche se manca il pubblico. «È vero, ma non vale solo per loro: tutti devono mettersi in sintonia con il ritmo playoff. Cito volentieri un altro giocatore, Jani Lajunen, che era al suo rientro: solido difensivamente, porta una presenza fisica importante e il suo apporto è stato appagante. Era lui che avrebbe dovuto avere un occhio di riguardo per Cervenka, ma poi il topscorer del Rapperswil ha giocato solo qualche minuto». 

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