Hockey

Kurashev tra attese e incertezza. 'Penso solo al presente'

Il nuovo centro bianconero è pronto al debutto, in attesa di conoscere quanto tempo rimarrà in Svizzera. 'Non ne ho idea: sono qui per giocare e crescere'

Dopo aver debuttato ai Mondiali, e in attesa di farlo in Nhl, è il momento della National League. 'Sarà emozionante' (Keystone)
17 settembre 2020
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È un mese di settembre indubbiamente intenso quello vissuto da Philipp Kurashev, ventenne attaccante sotto contratto con i Chicago Blackhawks che vanta già dodici convocazioni in rossocrociato, arrivato a Lugano con un prestito valido per tutta la stagione, pur se la franchigia Nhl ha la possibilità di richiamarlo negli States dopo l'inizio della nuova stagione. Un mese intenso, perché il figlio d'arte - suo padre Konstantin, oggi 58enne, approdò nel 1998 alla corte di Arno del Curto, di cui fu vice allenatore, e nella medesima funzione trascorse alcuni anni a Berna e Langnau (dove ebbe pure una parentesi in qualità di headcoach), e oggi è tornato in Russia, sulla panchina del Neva San Pietroburgo, nella seconda divisione russa - dopo aver scelto Lugano ha dovuto fare le valigie per tornare in Svizzera, e dopo la necessaria quarantena ha avuto pochissimo tempo per ambientarsi. E dopo un paio di allenamenti sarà già in pista sabato per il suo esordio in bianconero, nel derby - pur amichevole - alla Raiffeisen BiascArena (alle 20.30, con diretta su Rsi la2). «Non so molto delle partite con l'Ambrì - dice, sfoggiando il suo 'bernerdütsch', il centro nato nei Grigioni, ma hockeisticamente cresciuto nelle giovanili del Berna -. So soltanto che sono partite molto importanti, in cui i tifosi impazziscono. Lasciamoci sorprendere...».

Anche perché Kurashev in Svizzera tra i professionisti non ha mai giocato, fermandosi agli juniores élite (a Berna e Zurigo, sponda Gck Lions), prima di volare oltre oceano per tre stagioni molto positive nella Qmjhl con i blasonati Remparts du Québec, e poi una quarta a Rockford, in Ahl. «Non vedo l’ora di scendere sul ghiaccio per giocare una partita - racconta Philipp, che venne draftato due stagioni or sono dai Blackhawks al quarto turno, quale 120esima scelta assoluta -. Dopo il periodo di quarantena ho finalmente avuto modo di allenarmi per bene, ma ora ho voglia di giocare, di divertirmi».

In una realtà diversa a quella a cui s'era abituato. «Tornare in Svizzera non era una cosa pianificata - aggiunge il bernese d'adozione, al termine dell'allenamento del giovedì mattina che è pure il primo in maglia bianconera di un altro volto nuovo, quello del ventottenne attaccante canadese Daniel Carr -. È stato il Lugano a cercarmi, e penso che questa per me sia un'ottima occasione per ritrovare il ritmo partita: ne abbiamo parlato a lungo con i dirigenti di Chicago, e loro erano d’accordo con questa scelta. Quando sono arrivato qui mi sono integrato bene, in squadra c’è un bel ambiente e alcuni giocatori li conoscevo già, direi che è stato un punto di partenza ottimale. Poi ho trovato una magnifica città, un ambiente ideale per giocare a hockey.”

Ora bisogna soltanto attendere per capire quanto tempo resterà in Svizzera: «Non ho la minima idea - conclude Kurashev, che nella scorsa stagione aveva potuto disputare il suo primo Campionato del mondo, in Slovacchia, dove aveva totalizzato 4 punti in 8 partite -. Ora voglio concentrarmi esclusivamente sul presente, sul Lugano, dove voglio dare il mio contributo affinché si possa vincere il maggior numero di partite. Sarà un esperienza molto importante e anche emozionante, quella di poter finarmente esordire in National Leage. E naturalmente spero di avere la fiducia dell'allenatore, di poter disporre di ghiaccio: sono un centro offensivo, a cui piace dialogare con i compagni di linea. Questa per me è una ghiotta occasione per progredire nella mia crescita, e so benissimo su cosa dovrò ancora lavorare. Cioè migliorare nel gioco difensivo e diventare più rapido nelle decisioni da prendere quando sono in possesso del disco».

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