Hockey

Hcl: 'Dobbiamo solo carburare'

Dopo la buona prova di Zugo, Walker e il Lugano alla prova di maturità.

24 settembre 2019
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Rotto il ghiaccio a Zugo, per il Lugano ora c’è un’altra missione da compiere. Quella di andare a punti in casa: possibilmente tre, dopo i tentativi andati a monte prima col Losanna e poi col Davos, agli uomini di Kapanen stasera si presenta una nuova possibilità per portare a buon fine il loro intento. Ma per riuscirci dovranno però giocare come fatto – per almeno due terzi della gara – alla Bossard Arena. Anche perché di fronte, Walker e compagni, si ritroveranno un Berna col dente avvelenato dopo la sconfitta di sabato a Ginevra. «Sarà una partita sicuramente molto intensa – commenta il numero 91 dei bianconeri –. Di fronte avremo una squadra davvero ben messa. Dovremo stare attenti ai loro special team, ma più che su come giocheranno loro, dobbiamo focalizzare l’attenzione sul nostro gioco, pensando a fornire una buona prestazione». In altre parole, riprendere in mano il filo del discorso imbastito sabato a Zugo (tolto forse il periodo centrale). «Sabato abbiamo mostrato di essere sulla giusta strada. In generale abbiamo fornito una buona prestazione, e ci siamo pure creati occasioni per intascare il punto supplementare. Purtroppo però è andata diversamente... Dalla Bossard Arena siamo tornati con un occhio che piangeva, per il risultato, e un altro lucido per la contentezza di essere finalmente riusciti a mostrare un bel passo avanti. Delle tre sinora disputate, quella di sabato è stata la nostra migliore partita. Abbiamo fatto tante buone cose, anche se è vero che nel secondo tempo abbiamo pattinato un po’ meno. Che ci manca ancora è appunto la continuità sull’arco dell’intera partita: se riusciamo a giocare in modo costante avremo una buona chance di vincere le partite».

Per Walker, ad ogni buon conto, il problema non è nella condizione fisica: «No, per nulla. Anche perché, se guardiamo la partita di Zugo, l’appannamento si è verificato nel tempo centrale, mentre nel primo e nel terzo periodo il nostro gioco è stato ottimale. Per questo penso sia più sul mentale che dobbiamo lavorare. Un altro aspetto su cui dobbiamo ancora lavorare è il timing nei cambi: più corti sono, maggiore è la possibilità di tenere alto il ritmo». E segnali positivi, sabato, sono pure arrivati dai fraseggi della squadra: sebbene ancora perfettibili, i primi automatismi iniziano a intravedersi. «Stiamo crescendo. Ogni giorno facciamo un piccolo passo avanti in questo senso; iniziamo a trovarci un po’ di più. Pian piano stiamo riuscendo a trovare il giusto equilibrio tra calma e intensità». Da migliorare, ad ogni modo, c’è però anche la freddezza al momento di piazzare la stoccata decisiva: «Certamente. Occasioni e sniper non ci mancano. È solo questione di carburazione: quando gli ingranaggi saranno più oliati, sarà più facile ritrovare il giusto ‘killer instinct’». E in difesa? «Sabato è sicuramente andata meglio; ci siamo sacrificati di più. I diversi tiri bloccati hanno aiutato. Anche qui, ad ogni modo, dobbiamo giocare con più calma, cercando di leggere meglio il gioco, per capire quando è il momento di difendere e quando invece quello giusto per attaccare l’avversario».

L'assemblea

Avanti con la stessa squadra. Cioè con Vicky Mantegazza al timone di un consiglio d’amministrazione completato dal vicepresidente Andy Näser, da Renato Bordoli, Claudio Broggini, Fabio Regazzi, Sascha Schlub e Gabriele Zanzi, rieletti in blocco per un ulteriore mandato al termine dell’Assemblea ordinaria del Lugano, andata in scena ieri a Paradiso. Dove, dopo il saluto del presidente e la relazione del direttore amministrativo J.-J. Aeschlimann, per la prima volta ha preso la parola davanti all’assemblea il nuovo Ceo Marco Werder. Il quale, in carica da inizio agosto, si è soffermato principalmente sul contesto in cui si sta muovendo l’hockey svizzero, elencando pure alcuni numeri significativi. Su tutti quello dei soldi investiti nei cantieri per la realizzazione delle piste di Losanna, Zurigo, Friborgo, Ambrì e Ginevra, che superano il mezzo miliardo di franchi. A proposito di cifre: nonostante l’eliminazione già ai quarti contro lo Zugo, la Sa del Lugano chiude l’esercizio con una perdita di 230mila franchi – con ricavi operativi di 22’905’799 franchi a fronte di costi di 23’659’334 (al netto, però, degli utili della ristorazione, di eventi straordinari, costi finanziari e imposte) – che non si scosta molto da quella dell’anno precedente (210mila). Ciò che a bilancio si traduce in una perdita cumulata di 2,856 milioni di franchi, mentre il capitale azionario è di 6,1 milioni. Leggermente inferiore invece la perdita della Sezione giovanile, che chiude con un disavanzo di 192mila franchi. E che, diversamente dalla Società anonima quest’anno non prevedeva nomine, in quanto il mandato dell’Associazione – a differenza del Cda, che ha scadenza annuale – ha una durata biennale.

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