Hockey

Mal di trasferta da vincere

Henrik Haapala: ‘Adesso è giunto il momento di cambiare registro’

17 dicembre 2018
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Lugano – È un fermento inusuale quello che caratterizza la domenica mattina alla Cornèr Arena. Al viavai di bambini (e genitori al seguito) per le partite dei campionati giovanili, si unisce quello dei giocatori della prima squadra per la prova generale in vista della partita odierna a Zugo. Seduta che, di conseguenza, i bianconeri affrontano sotto gli occhi di una discreta cornice di pubblico. Che non distrae però Haapala e compagni dagli ordini impartiti da Greg Ireland. Il clima è disteso: l’abbondante settimana di tregua agonistica (almeno sul fronte campionato) ha permesso di allentare un po’ la tensione derivante dalla non ottimale posizione in classifica. Lo stesso finlandese, in un attimo di tregua, scambia qualche parola con Klasen, Bürgler e Loeffel.

«In questi giorni abbiamo pattinato parecchio – spiega Haapala –. Dopo un paio di giorni per riposare, abbiamo ripreso ad allenarci intensamente, mettendo appunto l’accento sul pattinaggio, perché ora come ora è quello che dobbiamo perfezionare. Non abbiamo comunque trascurato l’aspetto tattico, per preparare nel migliore dei modi la trasferta di Zugo».

A questa pausa il Lugano ci era giunto in coda a due derby: il primo vinto e l’altro perso. E, soprattutto, in scia a una striscia di risultati altalenanti (3 sconfitte nelle ultime 4 partite, che salgono a 5 battute d’arresto nelle ultime 9)... «Il break è arrivato al momento ideale, perché ci ha permesso di fare il punto della situazione. Siamo a metà del cammino della strada che porta ai playoff: adesso entriamo nella parte decisiva della stagione regolare, ragion per cui sarà indispensabile compiere un sensibile progresso. Dopo un mese di novembre piuttosto intenso per numero di partite giocate, questo mese abbiamo avuto più tempo per allenarci, ma adesso è arrivato il momento di capitalizzare tutto questo lavoro». A cominciare da stasera a Zugo: «Sì, anche se andare a cercare punti in casa della seconda in classifica non sarà facile». Anche perché, sinora, il Lugano in trasferta ha raccolto un solo successo (a Davos)... «Un motivo in più per cambiare registro dopo questa pausa. A volte, lontano da casa, ci siamo un po’ complicati la vita: per invertire la tendenza dovremo giocare in modo più semplice possibile. Questa pausa deve però servire anche per lasciarci alle spalle ciò che è stato. La stagione è la stessa, è vero, ma è come se ora iniziasse una fase tutta nuova. Dunque dovremo andare in pista senza essere condizionati dal passato. Se vogliamo puntare in alto, e lo vogliamo, dobbiamo essere capaci di vincere anche lontano da casa. E adesso è iniziato il momento di dimostrarlo».

L’allenatore: ‘Gioco più semplice e diretto sulla porta’

Lugano – «Ad assistere all’allenamento c’era più pubblico del solito, ma non è un problema: domani, in partita, proporrò altre linee», scherza Greg Ireland. Poi, il tecnico canadese analizza la prima metà di stagione regolare del Lugano: «È il classico bicchiere mezzo pieno. Che può essere visto positivamente per come finora siamo riusciti a esprimerci davanti al nostro pubblico, dove siamo secondi solo al Berna, ma deficitario invece lontano da casa, dove solo il Rapperswil ha fatto peggio di noi. Per fare un passo avanti dobbiamo continuare a lavorare, a costruire. Facendo ancora di più alla Cornèr Arena, e spronandoci a cercare il risultato in trasferta. Per riuscire in questo intento, in questi giorni ci siamo allenati sul piano fisico e, per quanto possibile, su quello tattico». Cosa deve fare allora il Lugano per migliorare il suo rendimento lontano dalle mura amiche? «Soprattutto semplificare il gioco, essere più diretto sulla porta. Un po’ come avevamo fatto la nostra prima trasferta stagionale, proprio a Zugo. Avevamo perso, ma non avevamo giocato affatto male. Ci resta ancora metà stagione per crescere ulteriormente, per accrescere la nostra fame di successi. Dobbiamo concentrarci e restare concentrati su ciò che possiamo influenzare, senza lasciarci condizionare da ciò che non possiamo controllare. Le qualità non ci mancano».

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