Hockey

L'unione fa l'hockey: così è nato il 'fiume' di duecento giovani

La collaborazione tra Ascona, Vallemaggia e Valle Verzasca ha dato vita al progetto Rivers, che mette sotto lo stesso cappello i ragazzi dai 7 ai 18 anni

Mutta
20 ottobre 2018
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Dal ghiaccio all’acqua. Quella che scorre; quella dei fiumi. O, per dirla all’inglese, dei “Rivers”. Fiumi intesi come serbatoi che alimentano un unico corso, quello della... filiera dell’hockey. Locarnese, nel caso specifico. Perché è lì che nasce il progetto denominato appunto Rivers, che coinvolge i tre club locarnesi che possono vantare un vivaio tutto loro, ovvero Ascona, Vallemaggia e Valle Verzasca. «In sostanza, con questo progetto si è voluto dare una sorta di seguito naturale a quanto stiamo portando avanti da tre stagioni con il Vallemaggia a livello di settore giovanile – illustra il presidente dell’Ascona Paolo Monotti –. Con questa collaborazione siamo in grado di garantire almeno una squadra per ogni categoria giovanile, cosa che, altrimenti, se le società avessero proseguito individualmente, ognuna per la loro strada, non sarebbe stato possibile fare».
Dopo due stagioni in... cordata doppia (Ascona-Vallemaggia), da quest’anno la collaborazione è stata estesa al Valle Verzasca. Ora la catena può dirsi completa: «Praticamente, con il progetto Rivers, copriamo una fascia di età che grossomodo va dai 7 ai 18 anni. Per fare sì che i giovani non si identificassero più nel nome del singolo club, e dunque per scongiurare l’eventualità di qualche “sfogo campanilistico”, abbiamo deciso di dare a questo progetto un’identità sua, un suo “brand”. Si è scelto il nome Rivers, perché i fiumi sono un elemento naturale che caratterizza il territorio della regione coinvolta da questa sinergia. Sebbene già ora questi giovani giochino con una maglia identica e con un logo tutto suo, a livello di iscrizioni, almeno per quest’anno, sono stati mantenuti i nomi originali delle squadre. Ma dall’anno prossimo l’intenzione è quella di presentare l’iscrizione ai rispettivi tornei con l’aggiunta dell’appellativo Rivers al nome originale. In pratica, si saranno gli Ascona Rivers, i Vallemaggia Rivers e i Valle Verzasca Rivers. Per sottolineare la regionalità del progetto, abbiamo deciso di istituire una sorta di rotazione delle piste. Mi spiego meglio: sebbene una squadra porti di nome di Ascona, non vuol dire che questa giocherà le sue partite casalinghe tutte alla Siberia, ma, a turno, in una delle tre località coinvolte nel progetto».
Come hanno accolto i giovani questa unione di forze? «Molto positivamente direi. Un primo assaggio lo abbiamo avuto in occasione del campo di allenamento estivo congiunto a Leukerbad, a cui ha preso parte circa una settantina di ragazzi. C’è stata un’ottima rispondenza, cosa che mi porta a guardare con fiducia ai prossimi passi».
A livello effettivo, il progetto originale coinvolge le categorie Moskito (che conta ben tre formazioni), Novizi, Mini e Juniores: «Sotto il cappello Rivers abbiamo sei squadre, per un totale di circa 200 ragazzi. Ma non ci fermeremo qui: l’anno prossimo la collaborazione sarà estesa pure ai più piccoli, con un’età compresa tra i 6 e i 9 anni».
Per coordinare le varie attività è stato composto un gruppo di lavoro ad hoc: «Per le questioni amministrative, i referenti sono Edoardo Conceprio, Romano Schelldorfer (entrambi Ascona), Claudio Simion, Simone Pallua (Vallemaggia) e Giorgio Gnesa (Valle Verzasca). Degli allenamenti si occupano tre allenatori professionisti o semiprofessionisti, che siedono pure nella commissione tecnica del progetto Rivers. E sono: Paolo De Luca (Ascona), Polda Bouhmir (Vallemaggia) e Moreno Della Santa (Valle Verzasca).

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