Hockey

È una serata da incorniciare

A Davos finisce 2-5, e l'Ambrì torna a casa con in tasca tre meritatissimi punti. Müller: 'Il mio gol? In verità da quella posizione ci provo spesso'

22 settembre 2018
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Cinque gol. In una serata praticamente perfetta, per l'Ambrì di Luca Cereda. Che dopo essere stato battuto di misura dallo Zugo venerdì sera, all'esordio in campionato, stavolta porta a casa i primi punti, frutto di un successo che non fa davvero una grinza: alla Vaillant Arena di Davos finisce 2-5. Al termine di una partita gestita benissimo – se si eccettua un comprensibile calo dopo il 4-1 di Lauper, nel periodo di mezzo –, dopo un avvio di confronto invero parecchio caotico su entrambi i fronti.

Convinti, infaticabili e a tratti persino autoritari – quando, nel tempo centrale, prendono letteralmente in mano la partita, segnando tre volte in cinque minuti (prima Kubalik, poi Müller e Lauper: un gol più bello e più importante dell'altro) e giustificando la gran mole di lavoro svolta su entrambi i lati della pista. «Il mio gol? La verità è che mi piace molto attaccare il difensore sul lato del 'backhand' – spiega il centro della seconda linea, Marco Müller –. Quindi sì, quella è una situazione che alleno spesso, e stavolta mi è andata bene».

Il ventiquattrenne solettese, però, di certo non si monta la testa. «Non siamo ancora dove vorremmo essere, e ne abbiamo ancora di cose da imparare e su cui lavorare. Lo si è visto anche oggi, nel primo periodo, quando abbiamo lasciato che i nostri avversari si creassero delle occasioni da gol un po' troppo facilmente». Altre cose, invece, sono funzionate nel migliore dei modi: come il powerplay, il cui rendimento è stato a dir poco incredibile, visto che ha prodotto addirittura tre reti in quattro situazioni con l'uomo in più. Da questo punto di vista, Cereda non può che dirsi appagato sul serio. 

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