Formula 1

Sauber fa 500, Hamilton potrebbe fare 7

Il pilota della Mercedes in Turchia può laurearsi campione del mondo per la settima volta

13 novembre 2020
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Vero è che sono alcuni anni che non si gira su un circuito che in pratica non viene mai usato, un mausoleo alla grandezza sperata di Erdogan. Tuttavia, che il tracciato del Gran Premio di Turchia venisse lavato la mattina e complice l'asfalto molto sporco si trasformasse in una prova sul sapone, questo non lo avrebbe invero immaginato nessuno. Nemmeno Hamilton, il quale ha commentato: «La peggiore situazione in Formula 1 da quando corro».

Ne consegue che serve molta prudenza nella lettura dei dati: nella prima sessione sembrava di essere a una gara di rally e drifting. Nella seconda, invece, le cose un poco sono migliorate. Abbiamo assistito a un'ottima performance di Red Bull che si piazza ai primi due posti. Chase Carey, che a fine campionato lascerà la carica a Stefano Domenicali, ha chiarito la sua opinione in merito al sorprendente ritiro della Honda dalla F1. Egli ritiene si sia trattato di pure istanze economiche, ma ha pure precisato quanto il cambio di regolamento nel 2022 stia suscitando interesse e avvicinamenti da parte di attori attualmente non presenti in F1.

Sauber, 500 Gran Premi

Da segnalare agli appassionati elvetici che è il Gran Premio numero 500 al quale partecipa la Sauber come team, anche se con denominazioni differenti. Solo altre tre squadre hanno fatto meglio del gruppo di Hinwil, un progetto avviato da Peter Sauber, oggi condotto da Fred Vasseur con immutato orgoglio. Le prestazioni delle seconde libere hanno mostrato un Giovinazzi alquanto pimpante.

In settimana molto si è parlato della strategia di Lewis Hamilton che ha posto una richiesta economica a Mercedes-Benz per la firma del rinnovo del suo contratto, certamente stratosferica. Si è parlato di molte somme, molti milioni certamente. L'ammontare corretto è noto a pochi. Quello che invece sappiamo è che Stoccarda non è intenzionata a mollare su un ingaggio giudicato troppo oneroso, cosciente della richiesta di disimpegno da parte di Wolff e della volontà di Källenius di chiudere il team in tempi relativamente brevi. Il Covid e il suo impatto e, soprattutto, la sua resilienza temporale saranno elementi che daranno ulteriore elementi per una scelta molto difficile, dai risultati sorprendenti.

Ferrari, il piatto piange

In casa Ferrari Mattia Binotto ha preso la decisione di tornare maggiormente al ruolo per il quale era stato chiamato da Sergio Marchionne, e dunque restare a Maranello. Per la prima volta sarà Laurent Mekies a gestire il paddock Ferrari, persona con un legame di lunga data con Vettel ai tempi della Toro Rosso, poi passato alla Federazione internazionale per un periodo. La volontà è quella di recuperare qualche chance per un campionato 2021 quantomeno dignitoso. Inutile rammentare che ogni squadra guadagna denaro per ogni punto raccolto in gara. Dunque, la carenza di cassa della Rossa non è di poco conto. Vero è che a Maranello - sotto la pressione degli analisti di borsa - vogliano arrivare a produrre nel 2020 qualcosa come quasi 10'000 veicoli nuovi. Pure vero che Ferrari gode di un assegno speciale, ma il buco economico a causa delle pessime prestazioni non è piccolo per nulla.

Tronando  a qualifiche e gara: Hamilton potrebbe laurearsi campione del mondo con poca fatica, Bottas deve mantenersi i galloni di buon secondo, forse Verstappen potrebbe tentare il colpo, Leclerc non ha girato male. Insomma qualche motivo di interesse, per un mondiale tenuto in piedi con tanta buona volontà. Troppe volte, però, è legato solo alla speranza di una rottura alle Frecce d'Argento. Che in pratica non si verifica mai.

 


PAOLO SPALLUTO

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