Euro 2020

La Francia: corazzata sì, inaffondabile no

La squadra che la Svizzera si troverà di fronte lunedì a Bucarest negli ottavi fa paura, anche se non ha ancora trovato la sua velocità di crociera

La Francia che la Svizzera si troverà di fronte lunedì a Bucarest negli ottavi di finale è indubbiamente una corazzata, che in questa rassegna continentale non ha però ancora trovato la sua velocità di crociera e solo a tratti ha espresso tutta la sua potenza di fuoco. Le tre partite del girone F che l'hanno vista battere 1-0 la Germania all'esordio (grazie a un autogol di Hummels) e pareggiare contro Ungheria (1-1 con rete di Griezmann) e Portogallo (2-2, doppietta del redivivo Benzema, uno su rigore), chiudendo con 5 punti al comando di quello che era considerato (e tale si è rivelato) il gruppo "della morte" di questo Europeo, hanno confermato alcune certezze della squadra di Didier Deschamps, ma anche lasciato alcuni punti interrogativi, come hanno sottolineato anche i quotidiani sportivi transalpini e in particolare l'Equipe.

Il selezionatore dei Galletti lungo la prima parte del cammino itinerante dei suoi, non ha mai riproposto la stessa formazione iniziale, operando diversi cambiamenti sia per scelta, sia per necessità. Modifiche non solo di interpreti ma anche del modulo, con in particolare Griezmann che ha giostrato sia alle spalle dei due attaccanti Mbappé e Benzema, sia sulla stessa linea di questi ultimi. E questo seguendo uno stile di gioco che potremmo a sua volta definire ibrido, a tratti improntato sul possesso palla e sulla costruzione del gioco da dietro, a tratti su ripartenze fulminee e lanci per il rapidissimo numero 10. Una doppia identità che se da un lato può apparire una debolezza, dall'altro denota una versatilità utile per adattarsi a più situazioni di gioco e avversari, tanto che alla fine, seppur senza convincere appieno ma pure senza dar fondo a tutti i loro mezzi ed energie, i Bleus l'obiettivo di vincere il proprio girone l'hanno raggiunto.  

Il portiere: Lloris (quasi) sempre una sicurezza

Hugo Lloris tra i pali è intoccabile tanto per il suo selezionatore e il resto della squadra, quanto per tifosi e giornalisti francesi. Considerato come l'uomo delle grandi parate, fin qui il 34enne del Tottenham (che mercoledì ha festeggiato la 128esima selezione con la maglia della Francia) non ha dovuto (o potuto) attingere a tutto il suo talento e anzi, contro il Portogallo ha rischiato di farsi espellere e saltare così l'ottavo di finale per l'uscita scomposta su Danilo Pereira che ha portato al primo rigore.

La difesa: centro solido, esterni ballerini

Riassumendo quanto offerto fin qui dal reparto arretrato francese, si può dire che la coppia centrale formata da Varane e Kimpembe ha convinto in particolare per la sua complementarità, con il primo perfetto nelle chiusure e il secondo più portato ai duelli, posto che entrambi sono piuttosto polivalenti e bravi nel gioco aereo. Per contro, meno convincente (e fortunata) la Francia è stata sugli esterni, come dimostra il fatto che nel finale del match di mercoledì Deschamps ha riciclato terzino il centrocampista della Juventus Rabiot, preferendo lasciare a riposo il titolare destro Pavard, colpito duramente alla testa nell'esordio con la Germania (il suo sostituto Koundé, a sua volta di mestiere centrale, non ha del tutto convinto). Problemi anche a sinistra, dove un fastidio a un ginocchio condiziona la scelta numero uno Lucas Hernandez e il suo omonimo Digne si è sua volta infortunato e contro CR7 e compagni è stato costretto a gettare la spugna appena 7 minuti dopo il suo ingresso in campo.

Il centrocampo: Pogba accende (e spegne) il gioco

L'uomo chiave in mezzo al campo è indubbiamente Paul Pogba, non sempre continuo nelle sue prestazioni sull'arco dei 90 minuti ma capace di accendere improvvisamente il suo talento e con esso il gioco della Francia. A differenza di quanto riesce a fare con il suo club, il Manchester United, in nazionale il 28enne originario della Guinea appare il vero leader della squadra, che motiva e trascina. Più propenso a giocare in verticale e a proporsi in avanti che a difendere, ha nel "mastino" Kanté il compagno di reparto perfetto, anche se quest'ultimo non è ancora riuscito a proporsi con l'intensità che lo ha reso famoso e che ha messo in mostra nella cavalcata del Chelsea verso la conquista della Champions League. Nel ruolo di gregario (e per certi versi "tappabuchi") come terzo elemento della mediana transalpina, Rabiot ha fin qui convinto più di Tolisso, anche se la staffetta tra i due sembra destinata a continuare.

L'attacco: un tridente infernale che deve ancora carburare

Ora che ha ritrovato la potenza, il carisma e l'istinto del gol da attaccante puro di Benzema, il reparto offensivo della Francia è forse il più completo e devastante non solo d'Europa, del mondo se si pensa che è completato dalla velocità, la tecnica e l'esplosività di Mbappé, a cui si aggiungono la visione di gioco e la versatilità di Griezmann. Premesse che un po' stridono con i "soli" quattro gol realizzati fin qui (ben 7 nazionali hanno fatto meglio), oltretutto uno su autorete e uno su rigore. L'impressione è che sia però solo una questione di tempo – comprensibile anche alla luce della lunga assenza dalla nazionale di Benzema – prima che il meccanismo infernale cominci a girare alla perfezione. La speranza (per la Svizzera) è che ci voglia ancora almeno una partita.

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