Calcio

Rinviata Genoa-Torino, l'eccezione che introduce la regola

I casi di positività in casa rossoblù, tra i quali quello di Valon Behrami, inducono la Lega a spostare l'incontro. Ma d'ora in avanti si applicherà la norma Uefa

1 ottobre 2020
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Per molti, ma non per tutti, sicuramente non per i dirigenti della Lega, il rinvio di Genoa-Torino (3ª giornata di serie A) era la soluzione più logica (e obbligata) già da lunedì scorso, con i primi casi di positività nel contesto della squadra e della società rossoblù. Poi, è venuto alla luce in tutta la sua gravità quello che un vero e proprio focolaio, che ha reso inevitabile lo spostamento della partita, da più parti invocato (gli ultimi calciatori che si sono aggiunto alla lista sono Valon Behrami, la cui positività ha indotto Swiss-Ski a considerare in quarantena anche la moglie Lara Gut-Behrami, e Mattia Destro).

‘Si gioca con 13 giocatori sani’

Oggi il Genoa (o, almeno la dozzina di giocatori della rosa negativi dopo gli ultimi controlli) avrebbe dovuto sostenere una sgambata a Pegli, divisa in due gruppetti da sei, come da disposizioni delle autorità sanitarie competenti. Le quali hanno invece deciso di sottoporre i giocatori negativi a un nuovo giro di tamponi. Le difficoltà legate agli allenamenti, verosimilmente spostati nella migliore delle ipotesi a domani, vigilia della partita, la situazione ben più grave rispetto a quella dei tanti singoli casi verificatisi in altre società, hanno reso inevitabile un provvedimento che non tiene conto delle disposizioni Uefa in materia di Covid, le quali dicono che "ogni squadra dovrà scendere in campo se potrà disporre di almeno 13 giocatori sani, 12 più un portiere".

Il rinvio di Genoa-Torino rappresenta dunque un'eccezione, adottata per fare chiarezza su casi del genere, ma d'ora in poi tutte le squadre di serie A dovranno adeguarsi alla normativa Uefa. La regola prevede inoltre che i club con almeno 10 positivi al Covid-19 nell'arco di una settimana potranno chiedere il rinvio della gara soltanto una volta all'anno. Nel caso in cui una squadra non riuscisse a raggiungere la soglia dei 13 giocatori sani, la partita sarà riprogrammata. Se non sarà possibile riprogrammare la gara in una data utile, toccherà ai vertici prendere una decisione in merito.

Priorità alla salute

Quello del Genoa - hanno spiegato le autorità sanitarie incaricate del caso -, il cui centro d'allenamento a Pegli è nel frattempo stato sanificato, è un focolaio partito da un singolo caso, in seguito al quale sono stati eseguiti dei tamponi per chi era stato a stretto contatto con il caso primario. Essendo emersi lunedì dei casi secondari, è stata fatta una valutazione più attenta del gruppo di calciatori risultato positivo al Covid-19, per evitare nuovi casi secondari, per tutelare i giocatori e chi viene in contatto con loro. Dopo lunedì, la squadra di Maran non si è più allenata. La priorità non è quindi stata data alla partita di sabato, bensì alla salute dei giocatori, nella speranza che dopo quella di Behrami e di Destro (la quindicesima e la sedicesima della rosa del Genoa, anche il medico sociale è risultato positivo) non vengano riscontrate altre positività. E che, dunque, la sosta del campionato possa servire per restituire al tecnico del Grifone una rosa quasi completa in vista del posticipo contro il Verona del 19 ottobre prossimo.

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