Calcio

Iniesta, già che ci siamo

18 anni, tanto talento e l’ambizione di ispirarsi a uno dei migliori nel suo ruolo: è Siyar Doldur, il nuovo gioiellino dell’Acb

3 agosto 2018
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Se è vero che “squadra che vince non si cambia”, non è certo un caso che il Bellinzona si appresti a debuttare nel campionato di Promotion League (domani alle 15 in casa del Basilea U21 l’esordio) con tre soli nuovi giocatori rispetto alla passata stagione, culminata con la promozione dalla Prima Lega (il terzo salto avanti di categoria nelle ultime quattro stagioni). Un importante segnale di continuità e una conferma del valore già ottimo della rosa granata, ma allo stesso tempo anche un pizzico di pressione sui pochi “eletti” scelti dalla società per rinforzare l’organico...

«Un po’ di pressione la sento, perché essendo nuovo devo dimostrare quello che valgo e ci tengo a fare bene qui a Bellinzona – ammette il 18enne Siyar Doldur, uno dei tre acquisti estivi granata assieme ai difensori Léo Farine (22 anni) e Loris Lafranchi (20) –. Se la società mi ha ingaggiato però è perché crede in me e questo mi dà tanta fiducia e motivazione, sono pronto e carico per questa nuova avventura».

Un’avventura che in realtà rappresenta una sorta di ritorno all’ovile per il centrocampista, giunto in prestito dal Sion... «Sono nato e cresciuto a Bellinzona e quando da piccolo seguivo le gesta dell’Acb in Super League, sognavo di poter vestire questa maglia un giorno. Certo, ora la categoria è diversa, ma poter contribuire al ritorno nell’élite di questo club per me è un onore e un grande stimolo. Senza contare che tornare in Ticino mi permette di continuare gli studi a Tenero, cosa che prima ero obbligato a fare a distanza. Dal punto di vista prettamente sportivo, pure la U21 del Sion disputa il campionato di Promotion, ma visto che spesso per le partite vengono utilizzati anche giocatori nel giro della prima squadra, sarebbe stato più difficile trovare spazio e quindi ho chiesto di poter venire a Bellinzona».

Una stagione, quella passata, che ha comunque permesso al giovane talento transitato anche dal Team Ticino di crescere sotto più aspetti... «È stato un anno particolare, visto che era la prima volta che lasciavo il Ticino e andavo ad abitare da solo, lontano dalla famiglia. I primi tre mesi non sono stati semplici, perché non conoscevo nessuno e c’era anche il problema della lingua, poi però mi sono ambientato e in generale è stata una bella esperienza, che mi ha permesso di conoscere gente nuova e crescere sia come persona, sia come calciatore».

L’approdo nell’ambiziosa truppa di Luigi Tirapelle, rappresenta un ulteriore passo avanti... «In Vallese facevo parte di un gruppo composto solo da giovani, mentre qui a Bellinzona ho trovato una situazione evidentemente diversa, comprendente certo molti giovani, ma anche elementi con più esperienza. Questo però non è assolutamente un problema per me, anzi, mi sono subito calato nella nuova realtà e la squadra mi ha accolto molto bene. Conoscevo già alcuni giocatori, come Pelloni e Felitti, ma ho instaurato un buon rapporto anche con gli altri».

‘Essere subito decisivo’

Agile, tecnicamente dotato e con buona visione di gioco. Così viene descritto il piccolo centrocampista, richiamando caratteristiche proprie di un altro “folletto” caro ai tifosi granata, Antonio Marchesano. Ma il giocatore a cui Siyar si ispira è un altro... «Ho iniziato a giocare come attaccante, ma poi sono stato spostato a centrocampo, specialmente dietro le punte, che è la posizione in cui mi trovo meglio. Sono un giocatore agile, che corre tanto e mi piace fornire assist: tiro in porta solo se convinto, altrimenti preferisco passare il pallone. Non a caso mi ispiro molto a Iniesta, da sempre il mio idolo».
Il 18enne ha pure le idee chiare su quale sarà (o vorrebbe che fosse) il suo ruolo in questa stagione con l’Acb... «A prescindere se giocherò titolare o no, voglio essere decisivo per il Bellinzona. Mi piacerebbe essere quel giocatore in grado di aiutare la squadra in particolar modo quando le cose non vanno bene, riuscire a dare al gruppo quello che manca, ad esempio inventando il passaggio che sblocca la partita e ci permette di vincere anche solo 1-0. Sono conscio che non sarà una passeggiata, quello di Promotion League è un campionato impegnativo sia tecnicamente che fisicamente, ma la squadra è all’altezza e io mi sento pronto».

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