Calcio

L'Acb e i risultati che danno ragione

Quella del presidente Righetti è una squadra costruita per vincere (e salire). 'Prima, però, ci sono ancora dodici partite, in cui nessuno regalerà niente'

1 marzo 2018
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Non si nascose in sede di presentazione stagionale. Non lo fece nemmeno in sede di bilancio di prima parte di campionato. Paolo Righetti la faccia ce la mette, e quindi rincara la dose. Con onestà intellettuale, senza presunzione. E senza giri di parole buoni solo per non arrivare al dunque. Anche per il suo presidente, l’Ac Bellinzona è strutturato e costruito per il salto di qualità. E di categoria: «Inutile nascondersi – spiega il numero uno granata –. Dopo la passata stagione abbiamo cercato di migliorare quello che andava migliorato, e i risultati ci stanno dando ragione. È vero che l’obiettivo primario sono le finali, e subito dopo la promozione. Tuttavia prima di tutto questo ci sono ancora dodici partite da giocare. Il primo obiettivo è fare bene a Gossau. Questa è una cosa che deve essere molto chiara anche ai giocatori».

Il Bellinzona scatta da una posizione privilegiata. Ha un notevole margine di vantaggio e una qualità oggettivamente superiore. Esiste il rischio che di turno in turno venga un po’ meno l’intensità da parte di una squadra favorita, costruita per vincere... «Il rischio c’è. Sta alla bravura dello staff tecnico e all’intelligenza dei nostri ragazzi evitare che ci siano cali di tensione. Sono sicuro che in tal senso tecnici e calciatori siano preparati. Sono ben consci che non si possono permettere di sottovalutare le prossime partite. Anche perché, se finali saranno, è importante arrivarci carichi, mantenendo un certo livello di gioco e una certa intensità. Sarebbe irresponsabile sottovalutare i prossimi impegni e pensare già al mese di giugno, che ancora è molto lontano».

La rosa non ha subìto importanti variazioni, ma saluta un ritorno di peso, quello di David Stojanov. Quando la scorsa estate se ne andò, la società si arrabbiò. Per la maniera, più che altro... «Ammetto che quando ci lasciò, tutti fummo un po’ spiazzati. Anche perché stavamo allestendo una squadra della quale lui era uno dei primi punti fermi. Per certi versi l’abbiamo “perdonato”. Le condizioni di un suo ritorno sono però state subito messe in chiaro: avrebbe dovuto tornare con la testa giusta, e la consapevolezza del fatto che prima di tutto c’è l’Ac Bellinzona, non il giocatore David Stojanov. Credo che l’esperienza oltre Gottardo (al Köniz in Promotion League, ndr) gli sia servita. Ha capito che per rendere al meglio, è importante stare bene ed essere sereni. L’accordo è per il girone di ritorno, poi valuteremo come procedere. È uno che la butta dentro, i numeri parlano per lui. Se riuscirà a trovare l’intesa con Magnetti, e non ne dubitiamo che ci riesca, abbiamo un parco attaccanti di ottimo livello, per la categoria».

Insidie particolari tra le rivali? «Il Tuggen potrebbe tornare in corsa, si è rinforzato. Poi ci sono Mendrisio e Gossau. Le altre squadre sono un’incognita. L’anno scorso abbiamo vinto molte partite, ma pochissime in modo facile. Abbiamo lottato duramente per portarle a casa. Nessuno ci regalerà niente. Ci attendono ancora molte battaglie. Dobbiamo vincerne il più possibile, per arrivare pronti alle finali. Tale tensione ci servirà, in ottica poule di promozione: meglio avere molte partite difficili, così da arrivare pronti all’appuntamento cruciale della stagione».

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