Calcio

Calcio, nelle curve italiane quattromila nazifascisti

24 ottobre 2017
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Un piccolo esercito di quattromila persone: skinhead, esponenti di Casapound e Forza Nuova, vecchi camerati che hanno preso il controllo di decine di curve, dalla serie A alla Lega Pro, e che utilizzano gli stadi italiani come luoghi di "effettiva militanza politica" dove fare "attività di proselitismo", soprattutto nei confronti dei più giovani.

Sono i rapporti del Viminale a fotografare l'estremismo ultrà, un fenomeno che non è certo confinato alla sola tifoseria della Lazio e che, anno dopo anno, continua a intossicare il mondo del calcio. I dati degli ultimi tre anni d'altronde sono chiari e dimostrano che - nonostante barriere, tornelli, steward e migliaia di daspo - il nocciolo duro degli estremisti è al proprio posto nelle curve: nella stagione 2013-2014 le Digos di tutta Italia hanno censito 46 gruppi organizzati che per simbologia, connotazione politica e atteggiamenti sono stati classificati come di estrema destra, con quasi 4.200 appartenenti. In quella successiva i gruppi erano scesi a 40, con 3.725 adepti e nella stagione 2015/2016 erano nuovamente risaliti a 42, con 4.555 militanti. Oggi, secondo gli ultimi dati, i gruppi sono 44 e gli affiliati attorno ai 4mila.

Gruppi che, dicono ancora gli analisti nei loro rapporti, si caratterizzano ultimamente per una forte politica contro l'immigrazione. Le tifoserie di estrema destra sono soprattutto al centro nord, dall'Inter alla Lazio, dal Verona all'Ascoli e al Brescia. E molto spesso sono gemellate tra loro, come nel caso degli 'Irriducibili' della Lazio e dell'Inter. Ma il discorso non è limitato ai soli estremisti di destra. L'ultimo rapporto dell'Osservatorio nazionale sulle manifestazioni sportive, relativo alla stagione 2015-2016, individua complessivamente 403 gruppi per un totale di 42.200 ultras.

Oltre a quelli di estrema destra ce ne sono 23 che fanno riferimento ad un'area di estrema sinistra con quasi 3mila affiliati e distribuiti soprattutto nel centro Italia, 53 di destra, 33 di sinistra, 244 apolitici e 8 'misti'. In questi ultimi casi, dice l'Osservatorio "normalmente si assiste ad una convivenza pacifica che si estrinseca nel non esporre emblemi o scandire slogan dal contenuto extrasportivo". E' il caso, ad esempio, delle tifoserie del Cesena, del Foggia e del Bologna, dove "l'elemento di coesione rimane la fede calcistica". In altre situazioni la convivenza non è semplice, come nella curva sud della Roma dove non sono mancati gli scontri, non solo verbali, tra i 'Fedayn' da un lato, storico gruppo di sinistra, e 'Opposta fazione' e 'Padroni di casa' dall'altro. (Ansa)

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