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C’è Sam-Lugano, a Nosedo è tempo di derby

Le cifre parlano di sfida a senso unico, ma prima di dire che è scontato bisogna giocare. E chissà che qualcuno decida di cambiare le carte in tavola

Il coach massagnese Robbi Gubitosa (Ti-Press/Crinari)

Stasera a Nosedo, alle 19, si gioca il secondo derby stagionale fra Spinelli Massagno e Lugano Tigers. Di fronte due compagini che viaggiano a ritmi molto diversi: la Sam è seconda con 32 punti in 19 gare, i Tigers sono a quota 14 con 20 partite disputate. Da una parte il secondo miglior attacco, dall’altra la nona difesa. Cifre impossibili da considerare? Abisso reale fra le due cugine? Se ci si può appellare all’illusione che un derby limiti di molto una sfida sulla carta impari, occorre pure far tesoro della logica che ci dice che la Sam Massagno viaggia in un’altra dimensione. Il derby lo vivono soprattutto Cedraschi, Carettoni e Cabibbo su un fronte e i fratelli Bruschetti e Gubitosa con Facchinetti sull'altro: se non ci sono molte radici in casa Lugano, certamente di più ve ne sono in quella massagnese, con elementi doc cresciuti in casa, come Martino, Veri, Andjelkovic, Facchinetti junior e pochi altri. In casa bianconera invece gli autoctoni sono solo i nuovi virgulti, per altro troppo giovani per ricordare sfide che risalgono dagli anni 80 a un decennio fa: poi tutta una serie di arrivi e partenze, sia di stranieri che di svizzeri, hanno composto i vari 'roster'. Se ci mettiamo anche l’assenza del pubblico, quello sì certamente attaccato alle gioie e ai dolori dei derby, ecco che questa partita ha tutti i crismi del senso unico.

Questo, naturalmente, sulla carta perché nessuno ci sta a perdere e nessuno va in campo con questa mentalità. Cabibbo, che della Sam conosce tutto per averci vissuto anni quale secondo di Gubitosa, ha certamente preparato qualcosa e lo stesso per il buon Roby che, appunto, del Lugano conosce tutto. Sorprese a parte, sempre che ce ne possano essere, diciamo che il Lugano ammirato a Friborgo ha fatto vedere buone cose ed è stato in campo con grande dignità, malgrado il divario tecnico, segno evidente che la voglia di dare il massimo è sempre un’arma importante. Dal canto suo, Gubitosa ci diceva che teme la testa dei suoi: se vanno in campo per fare il minimo sindacale si complicheranno la vita, ma se saranno determinati e capaci di consolidare il risultato in tempi adeguati, si potrà pensare a una gara più tranquilla, ma non facile.

Il derby quindi sembra scontato, ma come spesso è accaduto, occorre che primo lo si giochi. Al netto del potenziale sulla carta non c’è confronto, ma chissà che qualcuno ci metta del suo per cambiare le carte in tavola. Come? Lo dirà il campo.

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