Motociclismo

La nuova avventura di Roby Rolfo si chiama Ewc

Con il Moto Ain, il pilota luganese è pronto a dare spettacolo nella categoria maggiore del Mondiale Endurance

In azione
24 aprile 2021
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È il coronavirus, ancora una volta, a fare... l'andatura nel Mondiale Endurance. Che per il secondo anno consecutivo detta i ritmi del calendario, frenando quello che sarebbe stato il debutto ufficiale di Roby Rolfo e del suo team, il Moto Ain, nella classe principale, la Ewc. Niente gara a Le Mans, dove negli scorsi giorni avrebbe dovuto scattare la nuova avventura del pilota luganese e dei suoi compagni di viaggio, il friborghese Robin Mulhauser e, new entry proveniente dalla MotoGp, il francese Randy De Puniet. Il motivo, ovviamente, è il solito, con cui il Mondiale, e in generale tutto il mondo dello sport (e non solo quello...), è confrontato: la pandemia. Nelle intenzioni degli organizzatori c’è comunque la volontà di riproporre la classica 24 Ore di Le Mans più in là in stagione. Gli occhi sono pertanto già puntati sulla Germania, e in particolare Oschersleben, dove a questo punto verrà data luce verde al Mondiale con una 8 Ore: l’appuntamento è per domenica 23 maggio.

«Spiace che non si sia potuto correre in Francia – sottolinea Roby Rolfo –. Spiace soprattutto perché la decisione di cancellare la gara è stata presa praticamente all’ultimo, dopo cioè che sullo stesso circuito erano andati in scena i test ufficiali. Nei quali avevamo anche ottenuto interessanti riscontri». Già, anche perché quelli erano i primi test ’veri’ per il team di Roby Rolfo, che dopo aver vinto il titolo nella categoria Superstock, aveva deciso il grande passo e passare alla categoria superiore. «Nei test di Le Mans, logicamente, a staccare i tempi migliori sul giro sono stati i team ufficiali, anche perché hanno optato per gomme da qualifica. Ciò non toglie che ci siamo comunque difesi bene, chiudendo tredicesimi. Più che altro, in questi test, ci siamo concentrati sulla ricerca del ritmo ideale per la gara, ossia sulla durata, e lì i riscontri che abbiamo ottenuto sono promettenti, con prestazioni oscillanti tra la quinta e la decima posizione. Che, per un team privato, non è affatto male. Non a caso, come obiettivo per questa nostra prima esperienza nella classe superiore, puntiamo al quinto posto finale». Ciò non toglie che Rolfo e compagni un pensierino al podio ce lo facciano... «Sì, certo: lavorando bene nella messa a punto della moto, un piazzamento sul podio in qualche gara non è da escludere, anche se ovviamente per riuscirci, oltre ai nostri mezzi, occorrerà che anche le circostanze siano dalla nostra parte». Tanto più che con l’arrivo di De Puniet, il team porta in pista una solida esperienza con le gare delle due-ruote... «Beh, Randy, con il suo fresco trascorso nel Motomondiale, sarà sicuramente un valore aggiunto alla squadra. Ha esperienza da vendere, in particolare nello sviluppo delle gomme, visto che quest’anno siamo passati pure noi alle Dunlop».

Come vi siete preparati al salto di categoria? «È stata una bella pedalata tra una stagione e l’altra. Anche se, invero, restiamo un team di modeste dimensioni, né più né meno come lo eravamo prima, quando correvamo nella categoria Superstock. Per questo nostro primo anno nella Ewc non abbiamo voluto fare (e non potevamo nemmeno permettercelo) salti mortali. Ma abbiamo la forza dell’esperienza. Io, ad esempio, sono al mio quarto Mondiale Endurance: sono il... veterano del trio di piloti, e dunque un po’ di dimestichezza con le dinamiche di gara l’ho già maturata. Il team non è cresciuto per numero di persone: bene o male quelle che ci lavorano sono le stesse di prima, ma il loro operato è diventato di anno in anno più efficiente. Sotto questo aspetto abbiamo poco o nulla da invidiare ai team ufficiali. E questo è sicuramente un bel punto a nostro favore, visto che nella Ewc le soste ai box giocano un ruolo fondamentale ai fini del risultato finale: meno tempo si perde, maggiori sono le chance di chiudere in alto in classifica».

Se il team non è cambiato molto da una stagione all’altra, e da una categoria all’altra, a mutare pelle è però stata la moto: «Effettivamente il nostro mezzo è stato ampiamente ritoccato: nuove le sospensioni, nuovi i freni e pure l’elettronica, per non parlare delle ruote, ora più leggere, stile quelle delle MotoGp. Una volta trovata una certa familiarità con tutte queste novità potremo sicuramente alzare un po’ il nostro tiro».

L’avvicinamento alla nuova stagione

Come ti sei preparato al debutto nella classe Ewc? «Logicamente la marcia di avvicinamento alla nuova stagione è stata una sorta di... slalom tra i paletti posti dai vincoli dettati dalla pandemia. Non sempre è stato infatti possibile andare in pista a provare. In Spagna, poi, l’abbiamo fatto con una moto ancora ‘work in progress’, ossia una sorta di ibrido tra quella della passata stagione e quella in via di messa a punto per il salto di categoria. Ma è comunque stato un buon test, che mi ha permesso di prendere un po’ di confidenza con il mezzo. E infatti nei test di Le Mans sono pure riuscito a realizzare il mio miglior tempo in assoluto in 1'37"7, con gomme da gara per giunta: così veloce non lo ero mai stato, né con la Superstock né con altre moto più competitive quando ci avevo corso tre anni fa per il campionato francese. So che comunque devo ancora migliorare, soprattutto nel giro veloce».

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