BASKET

Nazionale di basket, 'Si vince di squadra'

Riprende oggi contro la Georgia il percorso della Nazionale verso gli Europei del 2021. Intervista a coach Barilari

20 febbraio 2020
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Sarà una Nazionale chiaramente diversa da quella vista in campo l’ultima volta contro l’Islanda nella partita della storica rimonta da -20. Per coach Barilari una questione di logiche e di impossibilità: vediamo quali.
«Innanzitutto – spiega il coach rossocrociato – non possiamo avere né Capela né Sefolosha che l’Nba non lascia certamente partire. Poi ho preferito lasciare a casa Portannese perché non privilegia la Nazionale, bensì il suo club, anche se poteva beneficiare anche lui della stessa finestra per le Nazionali. Voglio gente motivata al massimo, altrimenti meglio rinunciare. Tecnicamente, non è una rinuncia da poco. Lo stesso può valere per quei giocatori da Nazionale come Martino, le cui scelte sono però state diverse e personali».
C’è però il rientro, rispetto alle prequalificazioni aperte addirittura nel novembre del 2017 contro la Macedonia, di Marko Mladjan e Natan Jurkovitz.
La Georgia è una squadra bella tosta. «Fisicamente sono mediamente una spanna più alti di noi, a cominciare da Shermadin che è un 2m16. Quasi tutti gli altri, a parte quelli che giocano nel Baskonia, hanno l’Eurolega. Nell’insieme si tratta di una squadra completa che beneficerà del supporto incredibile dal suo pubblico, considerata anche la bellezza del palasport nel quale giocheremo».
La Georgia è tra la squadre maggiormente accreditate, in un gruppo in cui la voce grossa la dovrebbe fare la Serbia. Una qualità che potrebbe incidere sulle scelte del loro allenatore, il quale, per esempio, potrebbe dare la possibilità ad altri giocatori di mettersi in luce. «Potrebbe farlo, ma non credo che lo farà, anche per non rischiare di deludere i tifosi: per questo paese, in vista degli Europei, non ci sono test, bensì solo partite da vincere. Perciò non aspettiamoci un’avversaria dimessa».

Giovani di prospettiva

Quanto alla Nazionale rossocrociata, il campionato non ha proposto molte soluzioni nuove, vista la carenza di giocatori di qualità. «Ritengo che ce ne siano alcuni in prospettiva, anche se non sono ancora pronti. Mi sono affidato alla solidità del gruppo che ci ha portato a questo torneo finale, e puntiamo a uno dei primi tre posti: occorre sognare in grande per crescere. Vincere le prime due partite sarebbe fondamentale, per le nostre ambizioni».
Cosa hai detto alla squadra? «Ho chiarito subito che per salire in alto dobbiamo fare un passo… indietro. Nel senso che nessuno deve sentirsi arrivato per il risultato nelle prequalificazioni, bensì sarà necessario che ognuno dia ancora di più. Se siamo “piccoli” dovremo correre di più e difendere con grande energia. Siccome siamo privi di un pivot come Capela, ognuno dovrà dare il proprio contributo in ogni minuto che trascorre in campo, non importa quanti siano. Si vince di squadra, come abbiamo già dimostrato. Ora si tratta di ribadire lo stesso concetto».
Sappiamo che nel basket ci sono comunque dei limiti, se pensiamo alla forza fisica degli avversari. «È vero, ma di questi limiti dobbiamo fare un punto di forza. Sono convinto che quando si ha la giusta mentalità e si lotta tutti assieme si possono ottenere risultati importanti. Dobbiamo crederci sino all’ultimo secondo. Se poi i nostri avversari saranno veramente superiori a noi, ne prenderemo atto».
La Nazionale è quindi pronta a battersi, un po’ una sorta di Davide contro Golia. Non possiamo dimenticare che la Georgia nel ranking Fiba è 33ª, la Svizzera solo 63ª.
Piaccia o no, anche questo dato ha pur sempre il suo valore.

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