ATLETICA LEGGERA

Il Tas dà torto a Semenya, ma pure alla Iaaf

I giudici di Losanna chiedono alla federazione internazionale di emendare il regolamento sulle atlete iperandrogeniche

1 maggio 2019
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Il Tribinale arbitrale dello sport (Tas) di Losanna ha respinto il ricorso inoltrato dall'atleta sudafricana Caster Semenya contro il nuovo regolamento della federazione internazionale di atletica leggera (Iaaf) che obbliga le atlete iperandrogeniche a fare abbassare artificialmente il livello di testosterone per poter prendere parte alle gare che vanno dai 400 metri al miglio. Lo stesso Tas ha però chiesto alla Iaaf di emendare il regolamento.

Il tribunale non ha dunque firmato un assegno in bianco per la federazione. Ha infatti espresso, in una sentenza lunga 165 pagine, «serie preoccupazioni in merito alla futura applicazione pratica del regolamento», come precisa un comunicato stampa dello stesso Tas.

Mathieu Reeb, segretario generale dell'istanza giuridica di ricorso, ha precisato che «il Tas non ha convalidato il regolamento della Iaaf, si è limitato a respingere il ricorso di Semenya. Sta ora alla Iaaf lavorare sul regolamento in modo da adattarlo alle riserve espresse dal tribunale». Allo stato pratico, il nuovo regolamento non potrà essere applicato fin tanto che la federazione non avrà corretto gli aspetti suscettibili di creare problemi messi in evidenza dai giudici di Losanna.

Sono tre i punti che suscitano le maggiori perplessità agli occhi degli esperti: in primo luogo la difficoltà di applicare in principio di responsabilità oggettiva, fissando un tasso di testosterone da rispettare, in secondo luogo la difficoltà di comprovare un reale vantaggio atletico a favore delle atlete iperandrogeniche sulle distanze dei 1'500 e del miglio, in terzo luogo gli eventuali effetti secondari che un trattamento ormonale potrebbe comportare.

Se da una parte il Tas ha giudicato «discriminatorio» il regolamento sulle Dss (differenze di sviluppo sessuale), ha per contro giudicato, sulla base delle prove presentate dalle parti in causa nella procedura, che «una tale discriminazione costituisce un mezzo necessario, ragionevole e proporzionato di raggiungere lo scopo prefissosi dalla Iaaf, vale a dire la salvaguardia dell'integrità dell'atletica femminile nel quadro di certe discipline (dai 400 metri al miglio)».

Caster Semenya, e le medaglie di bronzo e d'argento negli 800 metri ai Giochi di Rio 2016, Francine Niyonsba (Burundi) e Margaret Wambui (Kenya) sono state riconosciute come iperandrogeniche, vale a dire che generano in maniera naturale in tasso di testosterone molto più elevato della norma.

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