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Tre ticinesi a seguito delle truppe medioevali in Serbia

La nazionale svizzera di lotta medioevale in gara a Smederevo dal 2 al 5 maggio. Bianchetti: 'Non solo fisico, ma anche strategia'

24 aprile 2019
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Saranno tre i ticinesi a battersi tra i ranghi (è proprio il caso di dirlo) della nazionale svizzera di combattimento medioevale agonistico che si terranno dal 2 al 5 maggio prossimo a Smederevo, in Serbia. Due ticinesi saranno impegnati nella categoria "5 contro 5" maschile, "30 contro 30" maschile e la novità dell'anno "150 contro 150" maschile. Ensara Haziri combatterà invece nella categoria "tutti contro tutti" femminile. Tutti e tre fanno parte dell'associazione Suedalp. La squadra rossocrociata sarà composta da 7 uomini e due donne.

Gli elvetici, inseriti nella lega 'Silver' per il 5 contro 5 maschile, se la dovranno vedere con alcune delle migliori nazionali al mondo, tra cui Polonia e Repubblica Ceca. Nella categoria "30 contro 30" la Svizzera sarà alleata con la Francia e si troverà ad affrontare, tra gli altri, i campioni mondiali della Russia.

Per quanto riguarda la nuova categoria "150 contro 150", gli atleti svizzeri saranno alleati con vari altri combattenti di diverse nazioni. «Questa prima assoluta, di scontro tra schieramenti come si faceva un tempo, sarà sicuramente molto emozionante e richiederà notevoli sforzi fisici. I combattenti sono comunque costantemente allenati e conoscono bene le regole dello sport», racconta Franco Bianchetti, responsabile del gruppo ticinese nonché uno dei partecipanti.

«Il combattimento medievale agonistico racchiude in sé svariate discipline sportive di contatto, tra cui judo, wrestling, lotta e boxe. Questo sport prevede speciali e specifiche regole che vengono fatte rispettare da degli arbitri». Lo scopo, prosegue, è quello di atterrare gli avversari. Vince il match chi rimane con più uomini in piedi. «Anche le armature e le armi sono controllate all'inizio delle competizioni. All'apparenza sembra una mischia un po' casuale, eppure non è così. Oltre al lato fisico è necessaria anche visione di gioco, strategia e tattica di gruppo».

Di certo vi è che, giudicando dai filmati, le botte sono reali. «Vero, ma siamo ben protetti», rileva Bianchetti.

 

 

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