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Loris nell’Inferno dei ragazzi

Il ticinese Hochstrasser domenica sarà impegnato con la nazionale sul tremendo pavé della Parigi-Roubaix, versione Under 19. ‘E non so cosa aspettarmi’

11 aprile 2019
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A due anni di distanza da Mauro Genini, un altro ticinese è pronto a gettarsi nelle fauci dell’Inferno del Nord. Loris Hochstrasser, classe 2002, affronterà domenica la Parigi-Roubaix in formato ridotto, quella riservata alla categoria juniores. Formato ridotto sì, ma comunque estremamente impegnativa e una sorta di passaggio obbligato per coloro i quali sperano, un giorno, di domare tutti e 54 i chilometri di pavé previsti per la prova dei professionisti. Gli U19, dal canto loro, percorreranno gli ultimi 111 km del tracciato (precederanno di due ore e mezza la corsa vera e propria), lungo i quali si troveranno confrontati con 17 settori di pavé (contro i 29 degli élite), per un totale di 29,2 km sulle pietre. Gli organizzatori hanno evitato loro il pericoloso attraversamento della Foresta dell’Arenberg, ma avranno comunque altri settori difficili quali quelli di Tilloy (2’400 metri, classificato 4 stelle su 5), di Mons en Pévèle (3’000 metri, 5 stelle), di Camphin en Pévèle (1’800 metri, 4 stelle) e, naturalmente, quello del mitico Carrefour-de-l’Arbre (2’100 metri, 5 stelle), dove spesso la corsa dei professionisti assume una piega decisiva...

«Non so cosa aspettarmi – confida il giovane del Vc Lugano –. Non ho mai affrontato quel pavé. Non mi incute però timore, sarà una bella sorpresa scoprire strade che, fino ad ora, ho visto soltanto in televisione».

Hochstrasser, che frequenta la seconda Liceo scientifico a Lugano 2, partirà domani alla volta della Francia con la squadra svizzera (la prova è riservata alle selezioni nazionali)... «Sarà la mia prima gara in rossocrociato. Nelle scorse settimane con la Nazionale ho preso parte a uno stage in Spagna, dal quale sono rientrato molto soddisfatto. La mia condizione è buona e sabato è prevista una ricognizione, per cui, finalmente, prenderò contatto con il famigerato pavé della Roubaix».

Dopo il campo d’allenamento in Spagna, Hochstrasser aveva preso il via del Gp Ticino senza però tagliare il traguardo di Ludiano... «In effetti ero caduto in fondo alla discesa della Biaschina. Andavo piuttosto veloce, per fortuna non mi sono rotto nulla. Soltanto tagli, abrasioni e contusioni dai quali mi sono rimesso in fretta».

Il 17enne ticinese è dunque pronto per lanciarsi in un’avventura dagli obiettivi molto chiari... «Voglio soprattutto accumulare esperienza. Sono nuovo nella categoria e queste gare mi servono per crescere. Certo, vorrei assolutamente tagliare il traguardo all’interno del velodromo di Roubaix, questo sarebbe il mio vero obiettivo».

Considerato in Ticino uno dei talenti più promettenti del nostro ciclismo, Hochstrasser è giunto alla bici quasi per caso... «Avevo iniziato per diletto, con la mountain bike. Poi mi ero iscritto al Vc Lugano, prendevo parte agli allenamenti, ma di gareggiare non mi importava nulla. A mutare le cose, l’incontro con Flavio Genini che organizzava gli allenamenti il lunedì sera a Cornaredo e che spesso e volentieri ci portava anche in strada. Da lì è nata la passione, ho iniziato a volermi confrontare con gli altri, ci ho preso gusto e adesso il mio obiettivo è di arrivare fino al professionismo. Ciò detto, non voglio mettermi né troppa pressione, né troppa fretta: con il salto di categoria negli juniores ho notato come il livello dell’impegno richiesto sia sensibilmente aumentato, ma fin tanto che potrò continuare a pedalare per divertimento, lo farò».

Bravo sul passo, veloce ma non velocista, Hochstrasser si sa difendere anche in salita... «Sulla carta il percorso della Roubaix potrebbe essere adatto alle mie caratteristiche, anche se prima di giudicarlo occorrerebbe averci speso sopra almeno qualche pedalata».

Nonostante le molte ore trascorse davanti al televisore in occasione delle gare più importanti, il giovane ticinese non ha un vero e proprio modello di riferimento al quale si ispira... «Direi di no, anche se apprezzo gli uomini in grado di sferrare azioni come quelle di Alaphilippe».

E proprio il giovane talento francese rappresenta un metro di paragone (con le dovute proporzioni) per capire a quale tipo di atleta potrebbero avvicinarsi le caratteristiche di Loris Hochstrasser... «Non saprei nemmeno io, ma di certo assomiglio più a un Alaphilippe rispetto a un Kristoff».

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