Ticino7

Pikes Peak, sulla vetta dei record

La strada che porta verso la sommità della Pike National Forest, a 4’302 metri, è da sempre teatro di sfide leggendarie.Quest’anno è successo qualcosa che sa di rivoluzionario.

18 agosto 2018
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Pubblichiamo un contributo apparso su Ticino7, disponibile anche nelle cassette di 20 Minuti per tutto il fine settimana.

Tutto inizia a un’altitudine che, dalle nostre parti, coincide con quella dei valichi alpini più alti. Una volta abbandonata la «US 24» nei pressi di Cascade ci si trova già a oltre 2’200 metri di quota. Pur non vedendo ancora la sommità della Pike Nationa Forest (per gli amici, Pikes Peak) il solo fatto di dover affrontare un’ascesa di oltre 2000 metri su una strada montuosa lascia già intuire il perché la gara in salita che si svolge qui dal 1916 sia diventata così leggendaria.

Tutta salita (e molte curve)

Sebbene ora la via sia interamente asfaltata, resistere al richiamo di questa strada dalla carreggiata abbastanza larga e liscia come una tavola da biliardo che porta fino a 4’302 metri di quota è davvero impossibile. Giusto per rendere l’idea, la sezione utilizzata per la corsa, che parte in prossimità del settimo miglio, è lunga poco meno di venti chilometri con una pendenza media del 7,2%, intercalata da ben 156 curve. 

Percorrerla a ritmi legalmente concessi con un’auto a noleggio, come ha fatto il sottoscritto, è praticamente d’obbligo se si è degli appassionati di corse. Anche solo per quel fatto un po’ assurdo che a 3’000 metri vi sia ancora una vegetazione piuttosto fitta, che poi scompare all’improvviso. Ed è proprio in quel momento, quando davanti al parabrezza ti ritrovi soltanto un nastro d’asfalto con della terra rossa ai lati e tanto, tantissimo cielo, che comprendi realmente perché nel corso degli anni è stata denominata «la corsa verso le nuvole». 

Una grande passione

Il versante montuoso da un lato della strada e il precipizio dall’altra ti fanno poi apparire i fermo-immagine del cortometraggio Climb Dance in cui Ari Vatanen sfreccia sullo sterrato a bordo di una Peugeot 405 T16, riportando poi alla memoria il record da battere: quello che Sébastien Loeb segnò nel 2013, fermando il cronometro a 8 minuti, 13 secondi e 878 millesimi.

Il venerdì sera che precede la gara, facendo una passeggiata nella vicina Colorado Springs opportunamente adibita a festa per l’occasione, si possono ammirare i vari bolidi che sfrecceranno domenica. Tra i diversi «mostri» americani, vetture storiche, qualche supercar tirata a lucido e i prototipi celebri nelle corse in salita, spicca la presenza di Volkswagen che per l’occasione si è posta un obiettivo ambizioso: tentare di battere il record assoluto con un’automobile puramente elettrica. 

Tornado elettrico

Celato dietro alle forme futuristiche della I.D. R Pikes Peak si nasconde nientemeno che un motore elettrico da 680 cavalli che nei primi giorni di prove ha dato segnali incoraggianti. «Abbiamo potuto provare singolarmente i vari settori della salita (percorrere il tracciato nella sua interezza è vietato durante le prove libere, ndr.) e in ognuno di questi siamo stati più veloci della Peugeot di Loeb. Da un punto di vista teorico dovremmo farcela…», ci confida uno dei membri di Volkswagen Motorsport, cercando di celare l’ottimismo giusto per scaramanzia. Qualora una vettura elettrica riuscisse a frantumare il record assoluto in quella che è la seconda gara più vecchia degli Stati Uniti, si potrebbe quasi azzardare di aver vissuto un momento epocale. 

Domenica, di buon mattino, Romain Dumas si cala nell’abitacolo e al segnale dello starter schizza via, con quell’accelerazione istantanea che solo le vetture a propulsione elettrica possono vantare. In cima alla salita il cronometro non mentirà: 7’57”148. Tutto il resto è solo storia.

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