Ciclismo

Van Avermaet e le Alpi che non t'aspetti

Alaphilippe incontenibile all'avvio del Trittico. Ma il clamoroso affare è della maglia gialla: non solo non perde il primato, ma addirittura guadagna ancora sui migliori

17 luglio 2018
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Tutto comincia con la paura folle della fuga bidone, nella prima vera tappa di montagna che porta il plotone fin sull'inedito Plateau des Glières (un colle fuori categoria), e inaugura il trittico alpino sul traguardo del Grand-Bornand. Dove il coraggio e l'abnegazione di Julien Alaphilippe non lasciano scampo a nessuno. Con il francese che infiamma la corsa già sul Col de Romme, e dopo aver annullato il tentativo di fuga dell'estone Rein Taaramäe, se ne va tutto solo a conquistare la Colombière (oltre che la maglia di miglior scalatore), arrivando poi al traguardo con 1'38'' sui primissimi inseguitori, che sono lo stesso Taaramäe – rientrato in discesa – e l'iberico Izaguirre. 

Ma la sorpresa, quella vera, e per certi verti clamorosa sul serio, è che il grandissimo protagonista del martedì alpino è nientemeno che Greg Avermaet. La maglia gialla mette in campo una determinazione insospettabile, e nonostante non sia uno scalatore gioca d'attacco sin dall'inizio, lanciandosi in una fuga che sembra un po' precoce, ma invece è quella buona. Dove, però, incomprensibilmente, il belga della Bmc riesce a partire con il benestare del gruppo, in un gruppo di fuggitivi che arriva a contare fino a diciotto uomini, con un vantaggio massimo di otto minuti sul plotone. Disavanzo che alla fine verrà contenuto in tre minuti e mezzo dai Nibali, dai Thomas e dai Froome che, però, così facendo perdono altro tempo nei confronti del leader di questa prima parte del Tour. Il quale, quindi, non solo rimane in giallo dopo il primo tappone in salita, ma riesce pure a guadagnare. Sbalorditivo, davvero.

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