Nuoto

Tanti sacrifici ripagati, Igor Saric e gli Europei di nuoto

Forza, determinazione e applicazione: l'atleta della Nuoto Sport Locarno a Helsinki assieme a Noè Ponti e Christopher Cappelletti. Intervista

30 giugno 2018
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Sempre presente ai grandi appuntamenti, inserito anch’egli nei quadri nazionali giovanili e in cerca dei tempi per continuare a farne parte anche da ‘adulto’, Igor Saric (classe 2000) incarna la figura dell’atleta di talento che ha saputo emergere a certi livelli facendo leva sulla grande applicazione in allenamento. Tra gli esponenti di maggior spicco della Nuoto Sport Locarno, società che sta vivendo un momento di particolare lustro sia a livello cantonale sia in ambito nazionale, Igor è uno dei tre ticinesi – gli altri sono Noè Ponti, suo compagno di società nonché fiore all’occhiello della Nsl e più in genere del nuoto svizzero, e Christopher Cappelletti, punta di diamante della Turrita Nuoto – che domani partiranno alla volta di Helsinki, per gli Europei giovanili ai quali si sono qualificati grazie ai tempi ottenuti in stagione. «La convocazione – spiega Igor – è una gran bella soddisfazione. Me la sono meritata, ho centrato il limite. È un riconoscimento agli sforzi che ho fatto, che si sono rivelati paganti».

Aspettative, a Helsinki, nella 200 delfino? «Sono conscio dell’importanza della gara, per cui un po’ di emozione c’è. Ma sono pronto. Il mio obiettivo è il miglioramento del mio personale (2’03’’87). Poi, se dovessi centrare una semifinale... Ma cominciamo ritoccando il mio limite. Sento di potercela fare. In allenamento ho buone sensazioni. Al momento sono forse un po’ stanco, perché abbiamo caricato molto, ma sto bene».

Alla volta della Finlandia, Igor parte, come detto, con altri due ticinesi, Noè Ponti e Michael Cappelletti. «Ci conosciamo molto bene, facciamo parte dei quadri giovanili di Swiss Swimming. In generale ho un ottimo rapporto con tutti i compagni, sia quelli della mia società sia con i ragazzi dei quadri nazionali. Ai raduni discutiamo, parliamo, siamo un gruppo unito. In Nazionale, dipende da quali atleti si presentano. È inevitabile che si formino i gruppetti in base alla provenienza e alla lingua. Ma se di carattere sei aperto alla condivisione, riesci a fare gruppo senza problemi. Io mi reputo uno di questi, riesco a farmi capire da tutti. È sempre un piacere andare ai raduni. Deve rappresentare un motivo d’orgoglio, per me è così».

Fisico possente, Igor Saric morfologicamente non ricorda lo stereotipo del nuotatore, per lo più longilineo e ‘secco’. «Rispetto ad altri colleghi, ho forse più forza e minor galleggiamento, ma non lo ritengo un limite». Non lo è. Anche perché dove non arriva il talento sopraffino, sopperiscono forza di volontà e applicazione. Due qualità di cui Saric è valido ambasciatore. «Con la fatica ho imparato a convivere. Non sono uno che si lamenta per gli allenamenti troppo duri. Per arrivare e restare a certi livelli nel nuoto, fare sacrifici è un passaggio obbligato».

Comunicazione e presenza

Il percorso nel nuoto di Igor, allievo del Liceo sportivo di Locarno al quarto dei cinque anni, è un po’ anomalo... «Facevo dei corsi già da bambino, ma a fare competizione ho iniziato solo a 11-12 anni. La mia monitrice riteneva che fosse troppo presto iniziare con le gare a 7 o 8 anni. Non credo di aver pagato questo ritardo, a livello di prestazioni. Non posso dire con certezza che se avessi iniziato prima, oggi sarei un po’ più avanti. Anche perché forse non sarei stato mentalmente pronto ad affrontare tutti gli allenamenti previsti per chi fa nuoto a livello agonistico». Tante vasche nuotate, difendendo con ottimi risultati i colori della Nuoto Sport Locarno. «Società in cui trovo tutte le condizioni migliori possibili. Non mi vedo in una squadra diversa. I risultati ci stanno dando ragione. Se penso al nostro numero di atleti, molto inferiore rispetto a realtà importanti quali Uster o Limmat, con tanti allenatori e tanti nuotatori, facciamo cose straordinarie. Nel medagliere dei principali eventi nazionali siamo sempre in ottima posizione».

Merito anche dell’ottimo ambiente di squadra e del feeling creatosi con gli allenatori. Igor e Noè alla Nsl lavorano da anni con Max Baroffio, che li accompagnerà anche a Helsinki, per conto di Swiss Swimming. «A me piace che ci sia comunicazione, che l’allenatore sia presente, mentre un suo atleta nuota. Max è così. Capisco che non possa essere positivo: il suo ruolo prevede anche che sia critico, quando serve. Quanto ai compagni, con loro è un piacere lavorare e mi diverto. Finché è così, finché continuerà a piacermi così, continuerò a nuotare».

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