Ciclismo

L'ennesimo comeback di Stefan Küng

Il turgoviese torna in gruppo a due mesi dalla frattura della mandibola subita alla Roubaix. E domani punta alla prima maglia gialla del Tour de Suisse

8 giugno 2018
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Da qualche anno il Tour de Suisse deve fronteggiare la concorrenza del Critérium del Delfinato, gara in mano agli organizzatori del Tour de France e ormai diventata il banco di prova ideale per la Grande Boucle. I nomi più importanti, di conseguenza, preferiscono le strade francesi (dove, tra l'altro, possono “provare” alcune delle salite cardine che ritroveranno tra un mesetto al TdF), con un evidente impoverimento del parterre dell'ex corsa d'oro, in particolare per quel che riguarda gli specialisti delle corse a tappe. I nomi importanti non  mancano, ma sono spesso quelli dei “classicisti” o dei velocisti, quali Demarre, Van Avermaet, Degenkolb, il campione del mondo Sagan, Gerrans, Gilbert, Gaviria... L'82ª edizione, che scatterà quest'oggi da Frauenfeld con una cronosquadre (e si concluderà nel prossimo weekend con una due giorni a Bellinzona) sarà comunque nobilitata dalla presenza di Nairo Quintana, spalleggiato da Mikel Landa, Steven Kruijswijk, Richie Porte e Tejay van Garderen. Gli svizzeri di punta saranno Mathias Frank per la classifica generale e Stefan Küng per le crono e le fughe da lontano. Un Küng che torna in gruppo a due mesi dall'ennesimo infortunio di una carriera sin qui tormentata. In primavera il turgoviese si era procurato la frattura della mandibola in una caduta alla Parigi-Roubaix, domani scatterà tra i prinicipali favoriti alla conquista della prima maglia gialla...

«Ho ritrovato la grinta – afferma il 24.enne della Bmc che potrà correre domani sulle strade di casa –. Nelle prime due settimane dopo l'incidente non potevo praticamente aprire la bocca, chiusa con degli elastici. Sono stato costretto a nutrirmi con alimenti liquidi e mi ricordo benissimo il momento in cui ho recuperato la possibilità di masticare: ho mangiato un formaggio da spalmare, che gran bel momento!».

Si è trattato di un periodo nero per quanto riguarda la gastronomia, ma non particolarmente handicappante dal profilo sportivo. Certo, Küng è stato costretto a rinunciare al Tour de Romandie, ma la sua stagione era ad ogni modo incentrata sulla seconda parte... «Sono stato fortunato a colpire soltanto alla mascella e non la nuca. Quattro giorni dopo la caduta sono tornato in sella sui rulli e in capo a due settimane ho ripreso ad allenarmi in strada».

Per il turgoviese si tratta dell'ennesimo comeback di una carriera sin qui tormentata dagli incidenti e malattie (ricordiamo soltanto la caduta al Giro d'Italia del 2015 con frattura di una vertebra, quella ai campionati svizzeri a cronometro del 2016, in seguito alla quale aveva dovuto rinunciare alle Olimpiadi di Rio, e la monunucleosi del 2015). Episodi sfortunati che non hanno però fatto scemare l'ambizione dell'ex campione del mondo di inseguimento (2015), sempre convinto di potersi costruire un palmarès degno del suo grande talento. Palmarès da iniziare a infoltire (per il momento in bacheca vi sono due tappe del Tour de Romandie)  lungo le strade di un Tour de Suisse che ancora non gli si sono concesse... «È vero, per ora posso vantare due secondi posti e su una giornata in maglia gialla, ma ancora mi manca la vittoria piena».

Una lacuna che conta di colmare lungo i 18 km di una cronosquadre nella quale la Bmc fa figura di favorita... «Conosco il percorso a menadito, spero che questo possa rappresentare un vantaggio per la mia squadra. Contro il tempo siamo una delle migliori squadre al mondo e in vista del Tour de France (che pure presenterà una cronosquadre, ndr.) contiamo di marcare il territorio», conclude colui che, al di là degli infortuni, rimane la migliore speranza del ciclismo elvetico.

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