Sport

Campana: 'Mi sembra una misura inapplicabile'

Il direttore generale dell’Fc Lugano sull'annuncio di Gobbi: 'Noi non ne sappiamo niente. E dalla Sfl mi hanno chiamato perché volevano spiegazioni'

16 marzo 2018
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Al direttore generale dell’Fc Lugano Michele Campana, la richiesta di Norman Gobbi proprio non va giù.

«Innanzitutto, non ne sappiamo niente, questo progetto non ci è mai stato sottoposto e pure la Swiss Football League ne è all’oscuro visto che oggi mi hanno chiamato per chiedere spiegazioni – afferma il dirigente bianconero –. Di conseguenza non capiamo nemmeno bene dove si voglia arrivare. Al biglietto nominativo? Che è una follia e che non applica nessuno in Svizzera? Ma anche solo la richiesta di mostrare la carta d’identità, mi sembra una misura inapplicabile. Come si fa a pensare di chiedere un documento a 700 hooligan incappucciati che arrivano tutti insieme allo stadio dalla stazione? Questo per dire che non si può fare di tutta l’erba un fascio, un conto è l’hockey, un altro il calcio».

Calcio nel quale «ci sono già delle strategie in atto: la videosorveglianza dentro e fuori dagli stadi, controlli a campione alle entrare per evitare di creare rallentamenti potenzialmente pericolosi e il tentativo di far muovere tutti i tifosi insieme, promuovendo ad esempio i treni speciali, in modo da non avere cani sciolti in giro per la città e controllare tutto più facilmente».

A preoccupare il club, attualmente settimo in Super League, anche gli eventuali costi a carico della società... «Alla sicurezza dedichiamo l’8-9 per cento del nostro budget, quindi almeno 600mila franchi all’anno. In una partita con meno di 3’500 spettatori (la media a Cornaredo in questa stagione è 3’690, ndr), ne usciamo in pari, di conseguenza con qualsiasi costo in più da sostenere, forse ci converrebbe giocare a porte chiuse».

BossardArena, un esempio che non fece scuola

C’è un precedente in Svizzera, nel mondo dell’hockey. È quello di Zugo, dove – in una specie di progetto pilota, deciso in piena autonomia dalla società senza alcun tipo di imposizioni esterne – ormai dal 2012 per accedere al settore dei tifosi ospiti, e unicamente a quello, i tifosi devono presentare all’entrata un documento d’identità e il loro accesso viene registrato da telecamere di sicurezza. Addirittura, in un primo tempo all’interno di quello stesso settore il club aveva proibito pure il consumo di cibi e bevande, misura poi quasi subito stralciata. Quell’esempio tuttavia non fece scuola, nonostante in questi ultimi cinque anni all’interno dell’impianto non si siano mai verificati incidenti (anche se in verità, episodio della Valascia a parte, nello stesso periodo non si ricordano tafferugli neppure in altre piste in Svizzera). Invece, ed è notizia dell’altro giorno, prima di gara 1 dei playoff tra Zugo e Zurigo, un gruppo di persone incappucciate sabato aveva preso di mira un locale pubblico situato nelle immediate vicinanze della BossardArena, dove – stando al comunicato diffuso dalla Polizia, che ha poi proceduto al fermo di quattordici persone – si trovavano numerosi tifosi dello Zugo.

E la Lega nazionale, in tutto ciò? A Glattbrugg per il momento non viene preso alcun tipo di posizione, in merito alla cosiddetta ‘proposta Gobbi’. Anche perché, spiega il responsabile della comunicazione, la Lega non si può proprio esprimere, siccome tutt’ora in corso c’è un procedimento nei confronti del Losanna, dopo quella tumultuosa domenica pomeriggio di metà gennaio sul ghiaccio di Ambrì.

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