Altri sport

Il telefonino della discordia

Un cellulare in omaggio per ogni atleta, ma non per tutti. Ed è subito 'smartphonegate'

9 febbraio 2018
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Da gesto carino a incidente diplomatico il passo è breve. Lo dimostra la vicenda legata allo smartphone che il Cio aveva deciso di dare in omaggio a ogni atleta impegnato a Pyeongchang, grazie alla collaborazione con lo sponsor sudcoreano Samsung. Perché, in virtù delle sanzioni internazionali concernenti i prodotti di lusso, i telefonini non avrebbero potuto essere donati agli atleti iraniani né a quelli nordcoreani. Le autorità iraniane hanno gridato allo scandalo e fatto convocare dal ministro degli affari esteri l’ambasciatore della Corea del sud a Teheran. Ieri il Cio ha allora deciso di fare marcia indietro e di estendere l’offerta di telefonini pure a iraniani e nordcoreani. Ma a quel punto la frittata era ormai fatta: oggi gli atleti della repubblica islamica si sono rifiutati di ritirare l’omaggio a loro destinato, consegnando invece al Cio una lettera di protesta in cui si chiedono le sue scuse ufficiali. E a rifiutarsi di ritirare l’apparecchio, secondo voci non confermate, sarebbero stati pure i nordcoreani, che in un primo tempo erano stati autorizzati a ricevere il telefonino in omaggio a condizione però di restituirlo a Giochi conclusi.

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