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Il pugilato rischia l'estromissione da Tokio 2020

Il Cio preoccupato dai problemi di governante della federazione dilettanti, in mano a un uzbeko che negli Usa è accusato di traffico di droga

4 febbraio 2018
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Il comitato internazionale olimpico (Cio) ha minacciato di ritirare il pugilato dal programma dei prossimi Giochi olimpici estivi, in calendario tra due anni a Tokio. Il suo comitato esecutivo, riunito a Pyeongchang a margine dei Giochi invernali,  si è detto estremamente preoccupato dai problemi di governance della Federazione internazionale dilettanti. Secondo il suo presidente Thomas Bach, il Cio «si riserva il diritto di riesaminare la presenza del pugilato ai Giochi olimpici della gioventù di Buenos Aires (ottobre 2018) e ai Giochi olimpici di Tokio 2020». Alla base dei timori del Cio, la nomina di Gafur Rakhimov alla presidenza della federazione dilettanti. Rakhimov, uomo d'affari uzbeko di 66 anni, è stato eletto a fine gennaio presidente a interim fino alle prossime elezioni di novembre. Secondo l'amministrazione statunitense, che ha proceduto al congelamento dei suoi beni, Rakhimov è legato al mondo della criminalità organizzata negli Stati Uniti. Lo scorso mese il Dipartimento del tesoro aveva assicurato che l'uzbeko è da considerarsi come «uno dei maggiori criminali» del suo paese a causa della sua implicazione nel traffico di eroina.

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