Tecnologia

Col coronavirus la tv è tornata in auge

La pandemia ha fatto riguadagnare punti alla televisione, indica un rapporto della Reuters. Cresce il bisogno di accedere ad informazioni affidabili.

(Ti-Press)
17 giugno 2020
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Roma - Con la crisi per il coronavirus sono tornati in auge i media più vecchi come la televisione, anche tra i giovani. Sono cresciuti pure i siti di notizie e i social media, mentre sono calati i lettori dei giornali. Sono i dati che emergono dal Digital News Report 2020 della Reuters, nella sezione dedicata agli effetti del Covid sull'editoria e redatta grazie ad una indagine condotta fino ad aprile in sei paesi: Stati Uniti, Germania, Spagna, Regno Unito, Argentina e Corea del Sud.

Secondo il rapporto, "la crisi del Covid ha accelerato la ricerca di notizie affidabili e nei prossimi 12 mesi ci sarà un cambiamento significativo nei media anche dovuto all'incertezza economica e politica e ad una maggiore preferenza degli utenti per il digitale e i dispositivi mobili".

Durante il coronavirus, per l'83% degli utenti fonti affidabili di informazioni sono stati medici e scienziati, a seguire organizzazioni sanitarie nazionali (76%) e globali (73%), media e governi (59%), persone comuni (43%) e politici (35%).

Nei paesi presi in esame, il 24% degli utenti durante la quarantena ha usato Whatsapp per informarsi; il 18% si è unito ad un gruppo di discussione che prima non conosceva su Facebook e WhatAapp; il 51% ad un gruppo con familiari, amici e colleghi. Infine, un utente su 10 ha usato le app di videochat come Zoom, Houseparty e Google Meets, alcuni per la prima volta.

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