Tecnologia

Uber non è perseguibile per l'incidente mortale in Arizona

Un Suv a guida autonoma dell'azienda un anno fa aveva investito un pedone a Phoenix. Il conducente di emergenza guardava un film sullo smartphone

foto Keystone
6 marzo 2019
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Uber non è perseguibile penalmente per l'incidente mortale causato da una sua macchina a guida autonoma che, un anno fa, ha investito un pedone a Tempe, nell'area metropolitana di Phoenix (Arizona).

Lo ha stabilito il procuratore della contea di Yavapai, Sheila Polk. In una lettera ora resa pubblica, Polk ha dichiarato che non sussistono le "basi per la responsabilità penale" di Uber, e ha raccomandato nuove indagini da parte della polizia locale.

All'attenzione delle autorità c'è la posizione del conducente d'emergenza, che è presente a bordo dell'auto autonoma durante le sperimentazioni e ha il compito di prendere il controllo della vettura in caso di necessità. La persona in questione, Rafaela Vasquez, aveva detto agli inquirenti che non stava usando lo smartphone prima dell'incidente. Secondo le autorità, tuttavia, le prove dimostrerebbero che la donna, prima dello scontro fatale, stava guardando in streaming una puntata del talent show canoro "The Voice". Per gli inquirenti l'incidente si sarebbe potuto evitare se la conducente non fosse stata distratta.

I fatti risalgono al 18 marzo 2018, quando la 49enne Elaine Herzberg è stata investita da un Suv di Uber mentre stava attraversando la strada spingendo la sua bicicletta. Si è trattato del primo incidente mortale causato da un'auto a guida autonoma.

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