Tecnologia

Vecchi social in crisi: dopo Facebook, anche Twitter arranca

I cinguettii piacicono sempre meno. E il titolo crolla a Wall Street, arrivando a perdere il 20%

Ti-Press
27 luglio 2018
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Twitter dopo Facebook. La società che cinguetta lancia l’allarme follower e crolla a Wall Street, arrivando a perdere il 20%. Un tonfo che segue quello di Facebook, che giovedì ha bruciato una capitalizzazione di mercato superiore all’intera Goldman Sachs. E che mostra le difficoltà dei social media a districarsi fra le fake news, i falsi account, le nuove norme sulla protezione della sfera privata e soprattutto la loro fatica ad affermarsi fra i giovanissimi, con i millenial che li considerano già obsoleti e guardano oltre.

Al crollo di Twitter si contrappone la volata di Amazon, che forte degli utili record aggiorna i suoi massimi storici, mettendo in evidenza come il destino delle cosiddette FAANG – Facebook, Amazon, Apple, Netflix e Google – stia ormai prendendo strade diverse. Alla crisi di Facebook e Twitter si accompagna infatti il successo di Amazon, Google e Netflix, uscite indenni dai vari scandali che hanno travolto le due piattaforme social, finite nel mirino di consumatori e della politica per i dati e per le interferenze nelle elezioni.

A questo si aggiunge l’appeal che Amazon, Google e Netflix esercitano sulle nuove generazioni, che guardano la televisione in streaming e acquistano on line, e sugli investitori, che ne lodano un modello di business più solido e al riparo soprattutto in termini di protezione della sfera privata. Non fermano la corsa di Amazon neanche i ripetuti attacchi del presidente degli usa Donald Trump: il colosso di Jeff Bezos chiude il secondo trimestre con utili in crescita a 2,53 miliardi di dollari (2,51 miliardi di franchi), 197 milioni di dollari in più rispetto a un anno fa. Le entrate sono invece aumentate 52,89 miliardi di dollari, un po’ meno dei 53,41 miliardi di dollari previsti.

Il balzo degli utili è guidato, come accaduto negli ultimi trimestri, soprattutto da servizi come il cloud computing, i servizi forniti ai venditori sul sito e la pubblicità. Nonostante sia la preferita da Trump per parlare agli americani, Twitter invece delude. Il secondo trimestre si chiude con un utile netto di 100,1 milioni di dollari su ricavi in crescita del 24% a 711 milioni di dollari, sopra le attese degli analisti. Ma il numero degli utenti attivi mensili scende a 355, un milione in meno rispetto ai tre mesi precedenti ma in aumento del 2,8% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso. Un calo che la società spiega con gli sforzi di ripulire la piattaforma, le più stringenti regole europee sulla privacy e le modifiche introdotte nell’uso del social media.

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