Tecnologia

Le uova di Pasqua nascoste nel vostro pc (o telefono, o tablet)

Sono programmi celati nei programmi. Spesso sono giochi, a volte sono solo burle. Si chiamano ‘Easter eggs’, ovvero uova di Pasqua. Ecco come trovarli

1 aprile 2018
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Pasqua, tempo di uova. E siccome questa è una pagina tecnologica, saranno uova tecnologiche. ‘Easter eggs’, per la precisione. Che, poi, in gergo informatico sono piccoli programmini nascosti all’interno di applicazioni o apparecchi. Parti di software utili unicamente per farsi una risata o svagarsi cinque secondi all’insaputa del capo. Ecco come trovarne alcuni.

I giochi su tutti

I vecchi giochi da console sono in genere i re delle piccole sorprese nascoste dai programmatori. Un po’ perché amati da tutti e un po’ perché occupano poca memoria. Tetris, in questo senso, è gettonatissimo. Chi utilizza un Mac lo potrà richiamare semplicemente aprendo il terminale, scrivendo “emacs” e premendo invio. A questo punto sarà sufficiente tenere premuto in contemporanea ‘esc’ e ‘x’ e scrivere ‘tetris’ (usando ‘snake’ o ‘pong’ sarà possibile abilitare uno degli altri due giochi). Se non siete muniti di Mac, ma sul vostro computer è installato uTorrent vi basterà andare sul menu Aiuto e premere su “A proposito di...” e poi T per avviare la partita. Foste alla guida di un camion del costruttore russo Volga, potrete attivarlo persino sul piccolo display integrato nel cruscotto.


Tetris giocato sull'editor testuale Emacs di Mac OS X

Quelli storici…

L’abitudine degli informatici di nascondere delle parti di codice tutte da scoprire risale agli albori del computer. Già nel 1971 il sistema operativo a comandi testuali Tops-10 rispondeva “not war?” quando gli veniva immesso il comando “make love”. Stesso concetto nel 1977 sui sistemi operativi Unix, dove al comando “why” (“perché?”) si riceveva la risposta “why not” (“perché no”). La versione attuale di questi siparietti sono le divertenti risposte del proprio assistente digitale (Siri, Google o Alexa) a domande come “Qual è il senso della vita?”. La ‘leggenda’ vuole che il nome ‘Easter egg’ sia stato coniato dalla Atari, casa produttrice di videogiochi di fine anni Settanta, quando Warren Robinett introdusse nel videogame Adventure le proprie iniziali. Un modo per vedersi accreditare l’opera, anche se in maniera implicita. Da quel momento in poi furono molti i programmatori che scelsero quella via per far apparire i propri nomi in parti nascoste di codice. In Windows 3.1, ad esempio, è celata l’intera lista di chi aveva partecipato al suo sviluppo. Nel Macintosh Se, modello di computer di fine anni Ottanta, accedendo all’indirizzo di memoria ‘G 41D89A’ apparivano sullo schermo quattro foto monocromatiche con le facce dei programmatori.


Le quattro foto di gruppo degli ingegneri che hanno creato il Macintosh Se nascoste nella memoria del computer

… e quelli di oggi

La tradizione degli ‘Easter-egg’ non si è però fermata agli anni Ottanta. Oggi viene semplicemente declinata in un mondo

fatto di internet e di app per smartphone e tablet. Ad esempio: inviando l’emoticon di un pallone da basket tramite l’app Messenger di Facebook a uno dei propri contatti e poi cliccandovi sopra è possibile sfidare i propri amici a chi fa più canestri.

Chi utilizza il browser Chrome si sarà invece già trovato di fronte al fatidico ‘dinosauro’: quel T-rex stilizzato che appare ogni qualvolta manca la connessione. In pochissimi sanno tuttavia che basta premere spazio per animarlo: il ‘Rex’ inizierà a correre in una distesa di cactus. Scopo: aiutare l’animale a non pungersi. (Il gioco si trova anche su www.trexgame.skipser.com).


Il T-Rex quando manca la connessione su Chrome

Numerose le sorpresine incluse nei prodotti di Google. Ad esempio visitando la sezione immagini del motore di ricerca e cercando “Atari Breakout” sarà possibile attivare una versione del tutto particolare dello storico gioco degli anni Ottanta.


Giocare con Google Images

Aprendo invece Google Earth e premendo in contemporanea “Ctrl Alt A” (sul Mac Cmd Alt A) si avvierà un simulatore di volo di tutto rispetto. In Street View, premendo sulla ‘x’ a terra davanti alla cabina telefonica blu di Earls Court a Londra si verrà proiettati all’interno del ‘Tardis’, la macchina del tempo usata dal Doctor Who. Macchina che, nella serie televisiva, ha proprio la forma di una cabina telefonica blu.


La cabina blu che, in Street View, dà accesso al Tardis

Ci sono poi le lingue straniere... Benché non propriamente definibili ‘Easter eggs’, le impostazioni in Facebook e Google assomigliano tanto a delle divertenti burle. A parte il latino, lingua ufficiale del Vaticano, potrete selezionare anche il piratese, il Kingon e (per Google) il Bork Bork Bork, ovvero l’inglese stentato dello chef svedese dei Muppets. In Spotify, quando si ascolta la colonna sonora di “Star Wars The Force Awakens” la barra di riproduzione si trasforma in una spada laser. Sui lettori di ebook Kindle Keyboard – premendo contemporaneamente Alt, Shift e M – si inizia invece una partita a campo minato.

Anche in apparecchi serissimi

Nemmeno i costruttori del serissimo oscilloscopio Hp 54622 hanno resistito alla tentazione di nascondervi una sorpresa. Salvando un file come “Rock On”, sullo schermo apparirà il gioco completo “asteroids”. Sulla versione Hb 54600B è invece incluso tetris. Un concetto trasportato in altri apparecchi del genere più moderni. Persino Tesla, l’azienda costruttrice di auto elettriche, ha infarcito le proprie macchine di ovetti pasquali. Tra queste, la possibilità di trasformare lo schermo centrale in un programma di disegno.

Invisibili

Tra le chicche nascoste all’interno degli apparecchi tecnologici, alcune risultano praticamente invisibili perché ricavate all’interno della macchina stessa o perché di dimensioni infime.

Ad esempio i chip che si occupavano di trasmettere e ricevere dati nei primi tablet della Samsung includevano un testo scritto in lettere da due micron: “Se riesci a leggere questo messaggio vuol dire che sei troppo vicino”. E ci crediamo, dal momento che la scritta risultava cinquanta volte più piccola rispetto allo spessore di un capello.


Più sottile di un capello.

Su un chip della casa produttrice Amd sono invece state individuate minuscole immagini del Texas e di una pistola nell’atto di sparare.


Stampato su un chip Amd

In uno dei chip Qualcomm, marca molto utilizzata in smartphone e tablet, è invece riprodotta la frase più famosa della saga di Douglas Adams ‘La guida galattica per autostoppisti’, ovvero: “Niente panico”. All’interno di una microcircuiteria del Nintendo Cube si può trovare il disegno di un delfino e il logo del produttore. Calimero e Grisù – Sui chip Infineon PMB5703, usati in alcuni prodotti Samsung, si possono intravedere le figure di Calimero e Grisù.


Una delle frasi più famose della 'Guida galattica per autostoppisti'


Calimero e Grisù

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