Racconto della settimana

Poesia d’estate

13 ottobre 2015
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È il secondo sabato di luglio. Giovanni Spino si sveglia presto nel suo letto da scapolo, nell’appartamento al quarto e ultimo piano della palazzina Il sole mio. Le persiane sono aperte. Nessun sole estivo accecante lo disturba, solo un’ombra di luce grigia che filtra discreta dalla finestra, come accade ormai da troppi giorni.

- Almeno il sabato! Ma cosa racconto adesso? - inveisce al nulla, avvitandosi nel lenzuolo, con la voce ancora rauca, pescata in uno sbadiglio dal fondo del sonno.

Sapeva che sarebbe stata ancora un’altra giornata grigia e piovosa. Sa da settimane che l’estate non sarebbe decollata facilmente!

Addetto alle previsioni meteo per un’emittente televisiva, legge regolarmente le mappe climatiche e le spiega davanti alla telecamera con frasi misurate, in una ginnastica di sorrisi e movimenti collaudati.

Trovare frasi gentili che dicano il vero, ma senza far male: questo è diventato il suo mestiere nelle ultime settimane!

Il sabato l’impresa è più difficile, prima di tutto in quella palazzina abitata da persone sole, sia per le dimensioni ridotte degli appartamenti, che per il volere del proprietario, biologicamente allergico a coppie, famiglie e a tutto ciò che riconduce all’idea di plurale.

- Uno e non più di uno! - dice - Come il sole che illumina la casa dalla mattina alla sera!

Con questo criterio sceglie da sempre i suoi inquilini. Ieri, lo stesso padrone di casa ha detto a Giovanni di aspettarsi un ritorno di fiamma tra il sole e la sua palazzina, dopo tanta pioggia!

Nessuno discute mai con lui delle possibili cause di quest’estate bislacca. Giovanni sente solo i lamenti e le richieste sottointese di cambiare le cose, subito!

Come se io potessi cambiare il tempo! È incredibile quello che la gente si aspetta da me!

Con questi pensieri che aumentano la pressione sul suo orizzonte mentale, si veste e, dopo uno svogliato caffè, si prepara a uscire. L’ombrello è fuori, sul pianerottolo mansardato; lo prende. Il ticchettio sul tetto e sul vetro del lucernario annuncia al popolo della casa che ha cominciato a piovere!

E la pioggia, ai piani alti si sente di più: con il suo grigio di acqua e nuvole, scarica il suo rumore che pesa sulla testa schiacciando ogni forma di pensiero estivo.

Non c’è l’ascensore! In giornate come queste, sarebbe la protezione, lo scudo ideale per non cadere sotto le frecciate degli altri inquilini!

S’inventa una fretta che non ha e scende le scale in una corsa convinta, che non impedisce all’inquilina del terzo piano di aprire la porta, proprio quando Giovanni passa sul suo pianerottolo. La faccia bianca con il trucco arrabbiato di Sandra Selti, detta SS dalle sue dipendenti nel salone di parrucchiera, lo spaventa sempre!

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