Racconto della settimana

La barchetta di carta

17 settembre 2015
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- Pronto? Sono il commissario Veri. Sì, esatto, ricorda bene… - l'interlocutore, evidentemente, aveva voglia di conversazione.

- Ho un bisogno urgente. Manca da ieri sera un bambino di nome Tobia Salomone. Era in riva al lago a giocare con delle barchette di carta, quando il papà l'ha perso di vista. Dobbiamo mettere in campo tutte le nostre forze anche se, purtroppo, io qualche brutto pensiero me lo sono già fatto… -

Mentre, col telefono all'orecchio, dava disposizioni perché intervenisse immediatamente la squadra di salvataggio con tutti i sub a disposizione, Adriana cercò di mettere a fuoco questo stralunato signor Salomone, capelli grigi arruffati (ma non era un po' vecchio per essere papà di un bambino di cinque anni?), camicia a scacchi in diverse tonalità di azzurro, occhi fermi come due cocci di vetro verde.

- D'accordo, grazie – tagliò corto.

- E tu Lorenzi, chiama subito qualcuno e recati sul posto. Anzi, no. Manda qualcun altro. Vedi di rintracciare la mamma del bambino. Santo cielo, esisterà pure una signora Salomone… -

Adriana Veri guardò il signor Salomone con aria interrogativa. Venne ricambiata con uno sguardo assente e poco collaborativo.

- Allora, mi vuole raccontare tutto dall'inizio? Non è piovuto qui dal cielo, vero? -

Adriana stava entrando nel suo ruolo di commissario.

- Ah, no, bèh, certo… ha ragione, ma sa, cerchi di capire: ho passato una brutta nottata. Mia moglie si chiama Ruth. È una zurighese. L'ho conosciuta quando sono andato a lavorare nel ristorante di famiglia. Io parlavo solo italiano e lei mi ha preso subito in simpatia malgrado non piacessi molto ai suoi genitori.

Tutti gli anni ci concediamo una vacanza al Sud delle Alpi. Per me è come un tornare a casa, anche se, tutto sommato, mi pare che si parli maggiormente tedesco qui che in centro a Zurigo –

- E il figlio? Mi scusi l'indiscrezione, ma lei non è propriamente un giovincello. Lei e la signora Ruth vi siete conosciuti già piuttosto in là con gli anni o è arrivato diciamo… "inaspettatamente"? -

Il signor Salomone si guardò i piedi. Tutta la persona era come scossa da un tremito quasi impercettibile. Stava sudando e tradiva un nervosismo non del tutto giustificato.

- Potrei avere un bicchiere d'acqua? -

La signora commissario cominciava a spazientirsi. Intanto i telefoni squillavano in continuazione come se qualcuno avesse già sparso la voce. Allo sportello si affacciò il faccione rotondo e bonario di Antonio Sella, un giornalista che, in verità raramente, aveva già seguito qualche caso giudiziario del quale valesse la pena raccontare.

Adriana guardò di sfuggita il grosso glicine fuori dalla finestra e trasse un sospiro rassegnato.

- Ecco – si disse – Mancava solo questo -

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