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Mendrisio si fa un regalo... liquido

Via libera alla stazione di potabilizzazione a lago. A Tenero-Contra i pompieri si riorganizzano, si riparla poi di Officine Ffs ed elezione di magistrati

10 gennaio 2023
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Dopo quasi mezzo secolo e un lungo dibattito politico, arriva a compimento una delle grandi opere del Mendrisiotto: la stazione di potabilizzazione a lago. Dopo il nullaosta unanime del Consiglio consortile, in primavera, lì in località Ai Ronchi, a Riva San Vitale, si potrà quindi partire con i lavori, che dureranno circa tre anni.

La procedura di elezione dei magistrati potrebbe presto essere rivista. La commissione parlamentare ‘Giustizia e diritti’ ha discusso per la prima volta la bozza di rapporto allestita da Luca Pagani del Centro: l’attenzione è posta in particolare su coloro che alla scadenza del periodo di nomina si ricandidano alla medesima funzione, con relativo preavviso del Consiglio della magistratura (Cdm) all’indirizzo dell’autorità di nomina, cioè il Gran Consiglio. Questo per evitare il ripetersi del caso del 2020 con il parere negativo e insolitamente duro da parte del Consiglio della magistratura, poi sconfessato in Commissione, in Gran Consiglio e dal Tribunale federale.

C’è un aspetto apparentemente contraddittorio che emerge dall’ultima novità relativa alla realizzazione dell’officina Ffs prevista a Castione: la ditta che si è aggiudicata l’appalto per i lavori preliminari si è sempre opposta insieme ad altre due imprese al grande stabilimento ferroviario perché sacrificherebbe 32mila loro metri quadrati che oggi esse usano come deponia. A ‘laRegione’ il legale patrocinatore dell’impresa spiega perché, in realtà, nulla vi sarebbe di contraddittorio.

Dopo le dimissioni di comandante e vicecomandante, il Corpo pompieri di Tenero-Contra (Cpt) vive un momento particolarmente delicato e importante. L’idea che va per la maggiore fra i militi, per la rinascita del Corpo, è quella di diventare un distaccamento di categoria A sotto il controllo di Locarno.

Gli eventi che si stanno svolgendo in Brasile, con l’assalto dei bolsonaristi alle istituzioni, sono una replica di quelli che avevano sconvolto Capitol Hill il 6 gennaio di due anni fa. Stessa dinamica, stesso trauma nazionale. E non è un caso.

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