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Sulle dita di 500 mani

Circa 2'500 allievi in quarantena nel canton Vaud. In Ticino dietrofront sull'isolamento di un'intera classe. Nel mentre, 'Mister Covid' lascia dopo sei mesi

I numeri a confronto (Infografica laRegione)
24 settembre 2020
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Non c'è bisogno di tornare a scuola per capire che il Ticino, in questa fase della pandemia, è messo meglio degli altri. Per quello basterebbe dare un'occhiata ai numeri, senza per questo mettersi medaglie, gongolare o sentirsi al sicuro. Certo è che la scuola, o meglio le scuole possono aiutare a comprendere la differenza del problema: da noi chi è bloccato a casa per via di allievi positivi si conta sulle dita di qualche mano (l'ultimo caso è quello delle Medie di Losone, con una quarantena dapprima decretata per tutta la classe, accolta con comprensione dalle famiglie e poi revocata nel giro di mezza giornata). Tutt'altra storia nel canton Vaud, dove ieri le autorità sanitarie hanno dovuto confinare tre quarti della locale scuola alberghiera perché i focolai dovuti a una o più feste erano talmente tanti da rendere impossibile un intervento più 'soft'. Risultato: 2'500 studenti chiusi in casa e la necessità di impiegare 500 mani per tenerne il conto.

Detto del coronavirus (che per inciso ieri ha fatto registrare 437 nuovi contagi in Svizzera nonché le dimissioni di "Mister Covid", Stefan Kuster), diremo che ieri il Gran Consiglio ticinese ha dato il via libera al pacchetto di misure che annovera cambiamenti per ogni ordine scolastico dell'obbligo.

Fuori tema: a Bellinzona sono arrivati i risultati degli audit su sorpassi di spesa. In breve: nessun risvolto penale ma tante critiche; il capo dicastero Christian Paglia rimane parzialmente esonerato, il Ppd e Lega ne chiedono le dimissioni, il Plr (suo partito) farà riflessioni e lui, Paglia, fa mea culpa, ma non vede la necessità di andarsene. 

 

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